Salta al contenuto principale Skip to footer content

Claudio Quarantini, partigiano della Stella Rossa, in seguito della 62ª brigata Garibaldi

Schede

[Dopo il rastrellamento del 28 maggio] Fu deciso, nonostante la forte opposizione del Lupo e di alcuni altri, che la Brigata doveva operare uno sganciamento e trasferirsi in un’altra zona di operazioni non potendo sostenere a lungo una battaglia di posizione. Così, a notte inoltrata, iniziò il trasferimento che portò tutta la Brigata, in diversi giorni di marcia, dalle parti di Firenzuola, vicino a Bruscoli. I disagi in questa nuova zona erano notevoli, sia per reperire i viveri sia per l’ambientazione; v’era inoltre, nel comandante e in molti partigiani la preoccupazione di operare in una zona non conosciuta come quella che si era lasciata e dove la Brigata era nata. Del resto mi sembrava intuitivo che alle formazioni partigiane non restava altra scelta oltre la guerriglia da condurre con continui spostamenti, considerate le nostre forze e quelle del nemico, l’equipaggiamento e il terreno di lotta. Non si poteva neanche lontanamente prevedere di sostenere per molto tempo uno scontro frontale con il nemico ed era quindi necessario preparare la formazione al tipo di tattica più appropriato che era quello dell’attacco a sorpresa e della continua mobilità della formazione.

Luciano Bergonzini, "La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti", vol. III, Istituto per la Storia di Bologna, Bologna, 1970
[RB3]
Note
1