Salta al contenuto principale Skip to footer content

Studi per il Monumento Munarini

1824 ca.

Schede

Le due piccole terrecotte sono comparse nel 2016 sul mercato antiquario ed ora si conservano in collezione privata. Con evidenza sono da collegare alle due sculture in scagliola del Monumento Munarini alla Certosa di Bologna, eseguito su progetto dell'architetto Vincenzo Leonardi e completato dalle sculture e dalle decorazioni plastiche da Giacomo De Maria. Alla fine del 1822 Leonardi presenta il progetto della memoria funebre all'Accademia di Belle Arti perchè venga approvato, cosa che avviene pur con indicazioni di alcune modifiche, ed i lavori si completano entro il 1824. L'esecuzione delle due sculture si deve per questa occasione, trattandosi dei piccoli modelli che integravano il progetto dell'architetto. I due bozzetti possono corrispondere ai due genietti presentati l’11 maggio 1824 alla commissione dell’Accademia, che li trovò "degni di molta lode". Le sculture, eseguite con grande delicatezza e finezza, presentano tracce di cromia bianca stesa dall'artista per dare l'impressione dell'effetto finale, simile al marmo. Tra modello ed esecuzione finale si rilevano pochissime differenze pur nella grande diversità dimensionale. Le opere in scagliola sono complete delle torce che mancano ai due modelli ma che dovevano essere presenti, in quanto ognuna ha un piccolo foro passante in una mano, indicandoci che vi doveva essere inserito un elemento in materiale diverso dalla terracotta. Modelli e sculture segnano l'adeguamento dello scultore al mutamento del gusto artistico: il neoclassicismo più ortodosso va declinandosi verso uno stile più sentimentale e dolce, come dimostrano anche le espressioni crucciate e tristi delle figure. Ci troviamo inoltre davanti ad un abbandono della rappresentazione dei geni funerari classici tanto comuni nel cimitero all'inizio dell'Ottocento, spesso associati alla torcia rovesciata, simbolo della fine dell'esistenza terrena. Giacomo De Maria realizza due figure molto più reali - nella resa del volto come nel sentimento - e vestite con una semplice tunica e con torce alzate ed accese anzichè rovesciate, rappresentando quindi una sorta di perenne omaggio ai defunti ma anche simbolo della comunicazione tra i vivi ed i morti.

Giacomo De Maria (1760 -1838), Due genii per il Monumento Munarini Sorra, 1823-1824, terracotta con tracce di patina, tuttotondo h. cm 24 e cm 26, collezione privata.

Roberto Martorelli