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Castello di Serravalle, (BO)

1919 | 1943

Insediamento

Schede

Centro di lotte sociali e politiche dalla fine dell'Ottocento, già nel 1905 i socialisti conquistarono il comune. I lavoratori castellani, il 27 settembre 1911, parteciparono allo sciopero contro la guerra dell'Italia per la conquista della Libia. I socialisti riconquistarono il comune nel 1914. La campagna per le elezioni amministrative del 24 ottobre 1920 nell'ambito comunale ebbe luogo dopo lunghi mesi d'aspra lotta dei braccianti agricoli e dei coloni contro gli agrari per strappare migliori tariffe di lavoro e nuovi patti colonici. La coltivazione foraggera era stata divisa sui campi e non aveva avuto luogo la sfalciatura del fieno di parte padronale. Così pure era stata divisa sui campi la produzione d'uva e la parte padronale non era stata vendemmiata. La trebbiatura del grano era stata ritardata e, in molti casi, non aveva ancora avuto luogo. Dove era avvenuta, le trebbiatrici erano state scortate da pattuglie di carabinieri. Non erano mancati episodi di provocazione e di violenza; molti fienili e cumuli di grano erano andati distrutti per incendio.

L'esito della consultazione assicurò la maggioranza ai socialisti (e 16 consiglieri) con il doppio dei voti dei popolari (che ebbero 4 consiglieri). Il 4 novembre successivo fu eletto il sindaco Flaminio Degli Esposti. L'asprezza della lotta agraria -rinfocolata dal fatto che si trebbiò anche nel tardo autunno o addirittura in pieno inverno -generò contrasti anche in seno alla maggioranza consiliare fino a determinare le dimissioni del sindaco e degli assessori nel marzo del 1921. Il consiglio comunale il 2 aprile 1921 elesse una nuova giunta ed un nuovo sindaco nella persona di Nildo Vespi. Si fecero intanto più gravi le minacce e le pressioni dei fascisti apertamente appoggiati e finanziati dai proprietari terrieri nei confronti degli esponenti politici e dei consiglieri comunali socialisti. Alcuni furono privati del posto di lavoro, boicottati in varie forme, minacciati personalmente e malmenati. Le autorità periferiche governative spalleggiarono apertamente la nascente reazione. La Prefettura esercitò pressioni nei confronti del sindaco affinché si dimettesse. In quest'acceso clima d'intimidazione e crescente violenza, il 30 novembre 1921, il consiglio comunale costatò di non potere svolgere la propria attività e, all'unanimità, si dimise. Dodici giorni dopo la Prefettura nominò un commissario prefettizio che inaugurò il periodo della gestione comunale non più libera. Lo squadrismo fascista, al culmine delle sue aggressioni, compì un assassinio efferato nella notte del 28 maggio 1922. Antonio Stagni (classe 1899), muratore, fu aggredito a colpi di bastone da due fascisti nell'osteria in località Mercatello; in un primo tempo egli riuscì a sfuggire, ma, inseguito e raggiunto, fu finito a furia di bastonate, in località "Piana". Questo delitto suscitò nella popolazione sbigottimento e molta paura. I fascisti avevano dato un duro monito: resistere al fascismo significava morire.

Il 10 dicembre 1922 ebbero luogo elezioni amministrative addomesticate. I fascisti presentarono una propria lista di 16 candidati e con ricatti e violenze formarono anche una lista di minoranza di 4 candidati, obbligando a farvi parte alcune persone da loro scelte. Fascisti in divisa e armati di manganello presidiarono i seggi elettorali e controllarono l'affluenza degli elettori. I risultati, ovviamente, furono quelli voluti dai fascisti. Dal 1927 vennero i Podestà. Durante gli anni del regime fascista, Ernesto Sabbi (classe 1913), manovale, nativo di Castello, appartenente all'organizzazione comunista, per l'attività clandestina d'opposizione fu arrestato nel 1933, poi, deferito, processato e condannato dal Tribunale Speciale, il 5 luglio 1934 a cinque anni di carcere (Aula IV). Remo Filippi (classe 1889), emigrato a Bazzano nel 1926, fu condannato a cinque anni di confino nel 1937 per propaganda antifascista (Confinati). Il fratello di questi, Mario, emigrato a Bazzano nel 1931, quando in Spagna scoppiò la rivolta capeggiata dal generale Francisco Franco, partecipò nelle fila degli antifascisti internazionali in difesa di quella repubblica; fatto prigioniero dai fascisti italiani sul fronte dell'Ebro il 13 settembre 1938, di lui non si ebbero più notizie.