Salta al contenuto principale Skip to footer content

Castello D'Argile, (BO)

1919 | 1943

Insediamento

Schede

Nelle elezioni amministrative del luglio 1914 fu eletto un consiglio formato da socialisti ed esponenti delle organizzazioni operaie. Fu rieletto sindaco Massimo Accorsi, operaio socialista, che lo era già stato dal 1911 e che si dimise il 16 maggio 1915 per esigenze famigliari. In luglio il consiglio elesse un nuovo sindaco, Gabriele Gandolfi, assessore in precedenza, che diede le dimissioni appena richiamato in guerra, ma restò in carica, nonostante fosse alle armi. Al ritorno alla vita civile, nel 1918, si impegnò nell'amministrazione, ma per contrasti politici rinunciò all'incarico nel marzo 1920.
Il 3 ottobre 1920 si svolsero le elezioni amministrative per le quali i socialisti avevano concorso con due liste per conquistare la maggioranza e la minoranza. Risultarono eletti 20 consiglieri socialisti, che, nella seduta di insediamento del 17 seguente, elessero Attilio Ferrari a sindaco.
Avanzando l'attacco dei fascisti contro le organizzazioni e gli uomini di parte socialista, il 31 marzo 1921 fu arrestato il consigliere comunale Attilio Gadani (classe 1886), capolega contadino che aveva diretto la lotta agraria del 1920 nell'argilese. La violenza squadristica a Castello d'Argile raggiunse l'apice alla vigilia delle elezioni politiche del 15 maggio 1921. Il giorno 5 "un gruppo di dieci o dodici fascisti si presentano all'abitazione del compagno Venturoli Paolo e con intimidazioni e minacce si fanno consegnare i registri della cooperativa. Il compagno Pancaldi Ilario, cassiere della Lega dei coloni, è costretto, con le solite minacce, a consegnare i mandati di pagamento e gli altri registri della Lega", e il giorno 7 "i fascisti si recano nella casa della compagna Giovannini Carolina e con le solite minacce si fanno consegnare la bandiera della Lega femminile. I soliti, con le rivoltelle in pugno si recano nella casa del compagno Zucchelli Luigi, e con minacce di morte si fanno consegnare le bandiere di quelle Leghe" (Fascismo, 289).
Poi tutti gli amministratori comunali vennero minacciati o aggrediti dai fascisti locali, tanto che il 17 luglio il sindaco presentò le proprie dimissioni a causa "delle persecuzioni cui sono, oggi, soggetti tutti gli amministratori socialisti". Le dimissioni furono ratificate solo l'8 gennaio 1922. Da quel momento il Gadani, già assessore da un anno, divenne "facente funzioni del sindaco" Nel nuovo anno la violenza contro i socialisti continuò. Il 9 febbraio un gruppo di militanti fu assediato per ore da fascisti armati in località Ronchi, finché non intervennero i carabinieri. Il 19 dello stesso mese due fascisti pievesi ferirono gravemente a colpi di rivoltella, nei pressi di casa, Gadani, il quale si riprese dopo mesi di degenza. La notte del 30 maggio, centinaia di fascisti ferraresi, in viaggio per andare ad "occupare Bologna", assaltarono ed incendiarono la Casa del popolo, la Cooperativa di consumo e spararono ancora contro la casa del ff. del sindaco. Nonostante tutto il Consiglio comunale, ridotto ad 11 componenti a seguito di dimissioni, continuò la sua attività e il 10 luglio, presenti 9 consiglieri, con 7 voti favorevoli, elesse Gadani a sindaco. II 5 agosto egli rassegnò le dimissioni e così anche la giunta. Il 6, una colonna di circa 300 fascisti pievesi e centesi tentarono l'assalto al municipio, invocando l'intervento del Prefetto, che, con un proprio decreto, nominò un commissario.
Nel febbraio 1923, dopo elezioni amministrative alle quali concorsero solo candidati fascisti e loro apparentati, al comune si insediò un consiglio a capo del quale fu un sindaco fascista. Sempre nel 1923 il già nominato Gandolfi, passato ai fascisti, divenne segretario del fascio locale e dal 1927 al 1938, sarà Podestà.
Durante gli anni del regime fascista, tre argilesi furono deferiti al TS: Paolino Arstani, (classe 1906) bracciante, processato nel 1929 e condannato a 4 anni di carcere; Beltrando Pancaldi, (classe 1910) contadino, processato nel 1936 e condannato a 6 anni; Fioravante Ziosi, (classe 1904), bracciante, processato nel 1937 e condannato a 10 anni (Aula IV).
Due furono gli assegnati al confino di polizia: Fausto Atti, (classe 1897), bracciante, comunista, che nel 1941 ebbe una pena a 3 anni e il Gadani condannato nel 1941 ad anni 3, poi prosciolto per condono il 4 novembre 1942.