Salta al contenuto principale Skip to footer content

Castel d'Aiano, (BO)

1919 | 1943

Insediamento

Schede

Comune agricolo di povera produttività, con misere condizioni della popolazione e limitato sviluppo dell'organizzazione sociale. Dopo la prima guerra mondiale subentrò un clima politico più vivace. Nelle elezioni politiche del 16 novembre 1919, a livello comunale i voti ai socialisti compirono un forte balzo in avanti rispetto alle consultazioni precedenti, ma non conseguirono la maggioranza. Nelle elezioni amministrative del 3 ottobre 1920, conquistò la maggioranza la lista del Partito popolare italiano, così come avvenne in altri sei comuni della montagna bolognese. Negli anni dello squadrismo fascista, il fatto saliente che interessò il comune accadde nella notte del 17 agosto 1922: due fratelli, Francesco e Pellegrino Bernardi (il primo, nato il 7 agosto 1884 e, il secondo, il 4 agosto 1890), entrambi comunisti, furono uccisi a colpi di pistola sparati a bruciapelo da due fascisti che, travestitisi da carabinieri, li indussero ad aprire loro la casa, sita nella contrada Sabbionetola. Il più anziano dei due fratelli, rimasto in agonia due ore e raccolto dai famigliari, narrò alla cognata d'aver conosciuto in uno degli sparatori un fascista di Vergato. Tenace oppositore fu Antonio Quadri (classe 1896), bracciante, autodidatta, che nel 1912 fu costretto ad emigrare in Francia per le poverissime condizioni familiari. Rientrato in Italia per prestare servizio militare, partecipò alla prima guerra mondiale. Nell'immediato dopoguerra lavorò per la costruzione della "Direttissima" poi di nuovo emigrò in Svizzera, da dove inviò denaro raccolto fra gli emigrati per aiutare gli arrestati di Vergato (v.), accusati dell'attentato contro la residenza del segretario del fascio. Rientrato in Italia nel 1922, svolse propaganda e votò per il PCI nelle politiche del 1924. Mentre lasciava il seggio venne aggredito e percosso da un gruppo di fascisti. Di nuovo emigrò in Francia, dove svolse attività antifascista, perciò fu espulso nel 1934. Al suo rientro in Italia venne arrestato dalla polizia e punito con 5 anni di libertà vigilata. Ritornato a risiedere a Razola di Castel d'Aiano, continuò a svolgere attività politica e subito dopo l'8 settembre 1943 provvederà ad organizzare insieme al nipote Tullio i renitenti alla leva (Dizionario).
Un altro episodio emergente, interessante un casteldaianese, accadde in relazione alla guerra civile in Spagna, iniziata nel luglio 1936 con la rivolta contro il legittimo governo repubblicano, capeggiata dal generale Francisco Franco. L'operaio Amedeo Pasqui, nato a Castel d'Aiano nel 1907, dopo aver prestato servizio nelle fila della MVSN (la fascista Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale), nel 1930, chiese ed ottenne il passaporto per emigrare in Belgio a lavorare. Nel 1933 il Console italiano a Liegi informò il governo di Mussolini, che il Pasqui frequentava ambienti antifascisti e che, molto probabilmente, s'era iscritto al PCI. Per questo venne emesso nei suoi confronti un mandato di cattura, qualora fosse rientrato in Italia. Tre anni più tardi, Pasqui si recò in Spagna e si arruolò nelle fila degli internazionali antifranchisti. Il 12 febbraio 1937 ferito in combattimento e, ricoverato in ospedale a Madrid vi restò fino al 4 marzo successivo. Poi tornò al fronte e, secondo l'annuncio apparso su il Nuovo Avanti di Parigi, il 6 agosto 1937, cadde combattendo a Villanueva del Pardillo (Guadarrama).