Calza Bianca

Calza Bianca

23 Dicembre 1887 - 1977

Note sintetiche

Scheda

Bianca Calza nasce a Siena il 23 dicembre del 1887 da Pio Calza (1847- 1934) ed Eva Adelina Cassilde Gandolfi (1848- 1919). Cresce in una famiglia borghese di origine medicinese, con la sorella maggiore Carmela e la minore Edvige. Presto i coniugi Calza, uniti in matrimonio nel 1885, avrebbero assistito alla crescita artistica delle figlie Bianca ed Edvige, che fin dalla giovane età si dedicano con grande trasporto all’arte, rispettivamente al dipingere ed alla musica. I continui spostamenti, dovuti agli impegni militari del padre, uomo dedito fin dagli anni Sessanta alle azioni rivolte alla repressione del brigantaggio post unitario, hanno imposto diversi trasferimenti alla famiglia, ben testimoniati dalle diverse città natie legate alle tre sorelle Calza: Carmela nasce a Chieti nel 1886, Bianca a Siena nel 1887 ed Edvige ad Ancona nel 1892. Luoghi diversi vengono altresì testimoniati dai dipinti della stessa Bianca che spesso diventano vere e proprie cartoline ricordo di un luogo visitato, presumibilmente solo per poco tempo vissuto.

Bianca cresce in una famiglia contraddistinta da grandi esempi civico-militari: questo pone l’accento sull’ambiente circostante all’artista nel quale essa si forma e basta citare solo due familiari, il padre generale Pio Calza e il cugino - quasi coetaneo della pittrice - il maggiore Ludovico Calza (1883- 1925). Gli esempi civico-militari provengono anche dal ramo materno, come Emidio Gandolfi - o Emilio come scritto sulla lapide di famiglia - che lo ricordano nei moti del 1831 come sotto-ispettore alle rassegne dell’Esercito del Regno Italico, facente parte del Comitato Militare con il cavaliere Luigi Barbieri e il conte Giuseppe Granbinski (Ugo Pesci, I bolognesi nelle guerre nazionali, 1906). Questi era figlio del pittore Gaetano Gandolfi e bisnonno della pittrice e viene ricordato per la sua carica da delegato commissario di guerra, morto e sepolto a Roma. Sulla scia di questi celebri esempi, occorre partire dalla discendenza proveniente da Gaetano Gandolfi, bisavolo della madre di Bianca, Eva Gandolfi (m. 1919), ponendo l’accento su quell’eredità artistica sempre presente lungo la linea genealogica. Il felice ottimismo artistico di questa famiglia che fu protagonista del Settecento bolognese, si inquadra negli anni del pontificato Lambertini, quando il recuperato prestigio del cattolicesimo trovò piena espressione nell’anno giubilare del 1750, e concedeva di guardare con fiducia a nuove aspettative alla seconda metà del secolo. Se Ubaldo Gandolfi (1728- 1781) visse il mutamento del gusto dal barocco al neoclassico senza mai aderire al nuovo stile; il fratello Gaetano (1734- 1802), attento ad ogni rivolgimento in atto nella cultura del suo tempo, con la libera fierezza di chi sa di non potere o volere cambiare le cose, serve fino all’ultimo un grande ideale, quello della scuola bolognese che affondava le sue origini nei Carracci (Donatella Biagi Maino, Getano e Ubaldo Gandolfi, cat. mostra, Torino 2002). La propensione per l’arte non è estranea alla famiglia Gandolfi, infatti non si conclude la loro fortuna con la morte di Gaetano ma prosegue con il figlio Mauro (1764- 1834), singolare figura di pittore e incisore con vari interessi che spaziano dalla musica alla botanica, alla mineralogia, alla pittura, al disegno ed all’incisione. Dal primo matrimonio con Laura Zanetti nasce Clementina, figlia a cui Mauro sarà legatissimo (l’altro figlio di Mauro, Raffaele, morirà giovane, all’età di ventuno anni). Bianca Calza infatti non è il solo esempio di donna artista in famiglia.

Facendo un salto in un passato non troppo lontano, si approda proprio a Clementina (1795- 1848), pittrice attiva nella prima metà dell’Ottocento, nominata nel 1838 Socia onoraria dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Le notizie pervenute riguardo l’artista si ricavano dall’Autobiografia del padre Mauro, nella quale si apprende che, risiedendo a Parigi, consentì alla figlia una formazione cosmopolita fino al 1807, anno in cui si trasferiranno a Pistoia, dove Clementina apprenderà lezioni di italiano e di pianoforte. Mauro indirizza la figlia al disegno ed alla pittura, all’acquerello e all’attività di miniaturista. La sua produzione sarà molto fruttuosa e comprovata dalla realizzazione di molti ritratti e nature morte, generi poi trattati anche da Bianca Calza. Clementina espone alle presentazioni annuali organizzate dall’Accademia di Belle Arti dove presenta anche copie dai Carracci, Guido Reni, Francesco Francia e Domenichino. Successivamente sposerà in secondo matrimonio Onofrio Zanotti, ornatista e insegnante all’Accademia, nonché padre del pittore figurista Federico Zanotti (Giovanni Tamarri, Clementina Gandolfi (1795-1848) figlia del celebre Mauro, pittrice bolognese, in Strenna Storica Bolognese, Anno LV- 2005). Certo è che le poche opere oggi note della pittrice sono state sottratte al suo nome per passare al catalogo del padre, motivo per il quale rimane in dubbio l’autore effettivo (Donatella Biagi Maino, Notizie delle donne pittrici di Bologna in Strenna Storica Bolognese, Anno XLIII -1993). In linea con questa tradizione familiare incline all’arte, dal secondo matrimonio di Mauro Gandolfi con Caterina Dal Pino nascerà Democrito (1797- 1874), una figura che non è certamente da tralasciare in quanto scultore di rilievo, la cui evoluzione artistica passa dagli stilemi neoclassici fino ad approdare verso un naturalismo purista (Alessio Costarelli, Democrito Gandolfi, 2020). L’arte sembra una dote comune tra i componenti della famiglia Gandolfi-Calza. Così come nell’educazione impartita alla figlia di Mauro, Clementina, si ritrova l’istruzione musicale anche in Edvige Calza (1892- 1984) che darà prova della sue abilità al pianoforte. E se da un lato la sorella minore di Bianca Calza inizierà presto a dedicarsi alla musica fino a consigliare, come pubblicato nell’Assalto del 7 giugno 1940, un metodo di insegnamento della disciplina basato sopratutto sulla conoscenza e lo studio del pianoforte, Bianca - che trascorre la vita da nubile a stretto contatto con l’affezionata sorella Edvige - spenderà il resto della vita dando prova della sua versatilità nella pittura, quasi a voler mantenere alto il nome dei grandi pittori Gandolfi lungo una continua linea di parentela.

Il carattere di Bianca Calza si forma con una educazione che impone, ad una signorina di buona famiglia, il decoro, la riservatezza e l’autocontrollo. Rifugiata in un ambiente lontano dal mondo, come fosse all’interno di uno scrigno malinconico, viene intrappolata in una vita pacata, composta e silente, ma certamente non priva di desideri, stimoli o di slanci di libertà. Dall’attività artistica, lungo il corso della sua vita raccolta tra le mura di casa, emerge una visione intimista che le permetterà di rivolgersi allo studio di diversi generi: dalle composizioni di nature morte alle scene familiari, dai paesaggi ai ritratti. Entrando in punta di piedi nel mondo della pittrice si percepisce l’animo profondo di una donna che, nella sua silente attività, lascia il ricordo di momenti vissuti, di quotidianità, di dedizione allo studio del vero, di ricordi di luoghi visitati. L’intimità, la dolcezza, la serenità che traspaiono dalle sue opere rendono perfettamente l’idea dell’artista che, a partire dalla rappresentazione del luogo abitato e degli interni di casa, spalanca le porte sulla vita privata. Passando in rassegna i ritratti dei familiari assistiamo ad un’ intensa capacità di rendere gli affetti, le persone care, regalando una raccolta di immagini che riescono a raccontare, oltre che se stessa, i caratteri e le relazioni tra i vari personaggi. A completamento del corpus di opere, altrettanto interessanti, troviamo alcuni studi di natura morta, composizioni e numerosi paesaggi. Questo alternarsi di temi e soggetti spesso indagati in diverse versioni, mostrano sempre un’emozione che oltrepassa la stessa materia con cui sono stati realizzati, e testimoniano una grande versatilità dell’artista.

Muore nel 1977 e viene sepolta nella tomba di famiglia dei Gandolfi, collocata nel Chiostro Terzo del Cimitero monumentale della Certosa di Bologna.

Ornella Chillè

Testo tratto da 'Bianca Calza - L'ultima dei Gandolfi', Comune di Medicina, 2021.

Leggi tutto

Opere

Eventi

Luoghi

Persone

Multimedia
Bianca Calza ed il suo tempo – Arte e società a Bologna
Bianca Calza ed il suo tempo – Arte e società a Bologna

Bianca Calza ed il suo tempo – Arte e società a Bologna. Comune di Medicina, 7 ottobre 2021. Con Enrico Caprara, Roberto Martorelli, ornella Chillè.

I Calza - una storia di famiglia
I Calza - una storia di famiglia

I Calza - una storia di famiglia. Comune di Medicina, 26 ottobre 2021. Con Enrico Caprara, Carlo Emilio Lerici, Francesca Bianco.

Documenti
Bianca Calza - L'ultima dei Gandolfi
Tipo: PDF Dimensione: 2.84 Mb

Bianca Calza - L'ultima dei Gandolfi. Catalogo della mostra, Museo civico di Medicina, ottobre - novembre 2021. © Comune di Medicina.