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Vittorio Betti detto/a Vecio

7 luglio 1903 - [?]

Scheda

Vittorio Betti, «Vecio», da Giuseppe e Chiara Guerrini; nato il 7 luglio 1903 a Lizzano in Belvedere; ivi residente nel 1943. Licenza elementare. Bracciante e boscaiolo.
Nel 1917 venne arrestato dalla polizia per aver scritto sui muri del suo paese parole inneggianti alla rivoluzione sovietica.
All'avvento del fascismo fu perseguitato e, per sfuggire alla chiamata alle armi, espatriò in Francia clandestinamente.
A Parigi fu arrestato per la sua partecipazione ad una manifestazione a favore della «Comune» e trattenuto in carcere per due giorni.
Il 28 luglio 1929, nel corso della preparazione di una manifestazione pacifista, fu di nuovo arrestato con altri 28 italiani e passato nelle mani della polizia belga, che lo rinchiuse a Nivelles e a Charleroi. Liberato cercò invano lavoro in Belgio.
Rientrato clandestinamente in Francia, fu assunto come operaio per la costruzione del metrò di Parigi. Fra il 1931 e il 1935 per cinque volte passò il confine italo-francese a nuoto da Mentone a Ventimiglia (IM) per portare copie de «l'Unità».
Nel corso di un viaggio in Italia fu arrestato, rinchiuso nella questura di Bologna e a lungo torturato e bastonato.
Incarcerato a San Giovanni in Monte il 17 dicembre 1935 fu condannato a 4 anni di confino a Ventotene (LT) e poi alle Tremiti (FG). Riebbe la libertà il 3 novembre 1939. Fu in seguito rinviato a Lizzano in Belvedere e sottoposto all'ammonizione e alla sorveglianza speciale.

Subito dopo l’8 settembre 1943 prese parte all'organizzazione dei primi gruppi armati della zona svolgendo in particolare funzioni di guida.
Nella primavera del 1944 si unì alla brigata Toni Matteotti Montagna e nell'autunno successivo si arruolò, col resto della brigata, nella 5a armata americana, mantenendo tuttavia una notevole autonomia operativa.
Riconosciuto partigiano dall'1 ottobre 1943 alla Liberazione. Testimonianza in RB1 [B]