Salta al contenuto principale Skip to footer content

Bazzano, (BO)

1919 | 1943

Insediamento

Schede

Una delle prime sezioni socialiste della provincia di Bologna sorse a Bazzano nel 1892 e inaugurò la propria bandiera nel 1904 con la partecipazione del pioniere del movimento socialista, Andrea Costa. Questa organizzazione fu protagonista della vita politica e sociale negli anni a venire. Nel 1906 i socialisti vinsero le elezioni comunali designando a sindaco Carlo Termanini, che venne riconfermato primo cittadino a seguito delle elezioni del 1910. I lavoratori bazzanesi concorsero allo sciopero di protesta contro la guerra di Libia nel 1911. Nelle consultazioni amministrative del 1914, la maggioranza dei consiglieri socialisti ed il sindaco Termanini furono rieletti. Seguì un'altra grande lotta nel primo dopoguerra per l'occupazione delle terre incolte e malcoltivate. Per il rinnovo del Consiglio comunale del 24 ottobre 1920, i socialisti presentarono due liste conquistando la maggioranza e la minoranza. I suffragi raccolti diedero loro 20 consiglieri, che si riunirono per la prima volta il 14 novembre ed elessero a sindaco ancora Termanini.
Il sindaco eletto, però, non avendo prestato giuramento entro i termini prescritti per protesta contro le violenze fasciste, vergognosamente tollerate dagli organi istituzionali, venne dichiarato decaduto, ope legis, e fu sostituito dall'assessore anziano. Il nascente fascismo soffocò l'aspirazione alla terra; gli squadristi incendiarono la Cooperativa agricola, liquidarono la Cooperativa di consumo e la Casa del popolo, compirono diverse aggressioni. La vita del nuovo consiglio, quindi, fu molto travagliata. Il 16 aprile 1921, "con un camion e tre vetture i fascisti di Bologna si recano a Bazzano, vanno alla Camera del lavoro ed incominciano a sparare contro le finestre e contro le porte. Cinque compagni che si trovano nell'interno cercano di difendere la loro casa a colpi di pietra. Ma invano. La porta cede e gli aggressori entrano devastando e bruciando ogni cosa. Rimane ferito gravemente il custode [...] che è denudato mentre ferito giace in terra" (Fascismo, 285-286). Con decreto dell'8 agosto 1921 subentrò all'amministrazione eletta un Commissario prefettizio.
Il 10 dicembre 1922, senza il concorso di candidati socialisti per le nuove elezioni amministrative, vennero presentate solo due liste fasciste che, naturalmente, riuscirono vincenti. Durante gli anni del regime fascista, sei nativi di Bazzano furono deferiti, processati e condannati dal Tribunale Speciale (Aula IV); dieci subirono condanne al confino di polizia per atti d'opposizione (Confinati). Il bazzanese Gino Balestri (classe 1901), dopo aver subito persecuzioni fasciste, nel 1926 espatriò in Francia e, dieci anni dopo, si arruolò nelle file della Colonna Italiana che combatté in Spagna, in difesa di quella repubblica, contro i rivoltosi capeggiati dal generale Francisco Franco. Rientrato in terra francese, fu rastrellato dai tedeschi a Parigi e inviato in campo di lavoro a Lublino; infine fu partigiano ad Agen, in Francia (Spagna). Agli inizi del 1943 la "Ducati" di Bologna, che doveva assicurare la produzione per soddisfare numerose commesse belliche e proteggere gli impianti dai bombardamenti aerei, realizzò uno stabilimento a Bazzano e uno nella vicina Crespellano, destinati a produrre rispettivamente pompe speciali per motori d'aereo e apparecchi radio. 13 gennaio del 1944 nello stabilimento, in cui lavoravano circa mille operai, si attuò uno sciopero per l'intera giornata al fine di ottenere una più alta remunerazione e libertà di sciopero, richieste che in larga parte furono soddisfatte. In concomitanza con lo sciopero operaio dal 1° all'8 marzo 1944, anche a Bazzano, il primo marzo avvenne una manifestazione di piazza in sostegno degli scioperanti, come nei comuni di Argelato e Funo, Baricella, Calderara, Castel Maggiore, Castenaso, Crespellano, Granarolo, Medicina Minerbio, Monteveglio ed in altre località minori.

Fonte: L. Arbizzani, Antifascismo e lotta di Liberazione nel Bolognese, Comune per Comune, Bologna, ANPI, 1998