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Attendismo

1943 - 1945

Schede

Con il termine attendismo - ma era usato anche quello di attesismo – fu definito l’atteggiamento rinunziatario di chi, durante la guerra di liberazione, riteneva inutile combattere contro i nazifascisti. Per costoro era preferibile attendere l’arrivo delle truppe alleate e avere in dono l’indipendenza nazionale e la libertà. 
L’attendismo fu una delle piaghe peggiori della Resistenza perché corrodeva e minava dall’interno lo sforzo e la tensione ideale di quanti ritenevano che la libertà e l’indipendenza dovessero essere riconquistati con una lotta nazionale e popolare, anche se dura e sanguinosa. 
Almeno inizialmente - ma il fenomeno non scomparve mai completamente - erano per l’attendismo i gruppi e i partiti della destra, le organizzazioni padronali, parte della DC e del PLI, oltre che il PRI, anche se non andarono esenti il PCI e il PSIUP. Solo il PdA non conobbe questo fenomeno. 
I partiti di centro-destra non volevano che le masse popolari imbracciassero le armi perché temevano che, alla guerra nazionale, potesse seguire una rivoluzione sociale. Altri ritenevano che non si dovesse combattere per un malinteso senso umanitario e pacifista. Il PRI assunse quella posizione per non collaborare con il governo costituzionale, trasferitosi al sud, perché espressione della monarchia. 
A Bologna i partiti di sinistra isolarono i pochissimi casi di attendismo che si manifestarono al loro interno e scelsero la linea interventista sin dall’inizio. 
Molti militanti del PRI uscirono dal partito e aderirono al PdA. La DC e il PLI fecero la scelta della lotta armata tra la fine di agosto e i primi di settembre del 1944, quando le truppe alleate erano alle porte di Bologna e il corso della guerra avviato alla naturale conclusione. 
Il PRI aderì al CLN nei primi giorni del 1945. [O]