Salta al contenuto principale Skip to footer content

Attilio Sassi

6 ottobre 1866 - [?]

Scheda

Attilio Sassi, da Luigi e Lucia Selva; nato il 6 ottobre 1866 a Castel Guelfo di Bologna. Licenza elementare. Muratore. Anarchico.
Nel 1895 emigrò prima in Brasile e poi in Svizzera dove lavorò come muratore e minatore. Tornato in Italia nel 1905, si iscrisse al PSI dal quale uscì poco dopo e divenne attivista sindacale dei muratori a Imola.
Fu tra i promotori dell'USI e si battè sempre contro la linea riformista del PSI e della CGdL. Nel 1913 venne schedato e nel 1914 promosse il Fascio libertario di Imola e fu tra i dirigenti dei moti della «settimana rossa». Nel 1915 si trasferì a Piacenza dove assunse la carica di segretario provinciale dei braccianti.
Nel 1917 venne espulso dalla città e spedito a Imola con foglio di via obbligatorio perché accusato di svolgere intensa opera di propaganda contro la guerra.
Tornato a Piacenza clandestinamente, fu arrestato e rispedito nel Bolognese. Andò a Cavriglia (AR) e assunse la carica di segretario della lega muratori e minatori della valle di Valdarno.
Il 31 dicembre 17 fu arrestato e rimandato a Imola con foglio di via. Lo stesso gli successe il 20 febbraio 18. A Cavriglia potè tornare all'inizio del 1919, senza essere fermato dalla polizia, e riprese il suo posto di dirigente delle leghe muratori. Per la sua attività politico-sindacale fu perseguitato dai fascisti e il 29 febbraio 1921 arrestato. Il 25 marzo 1922 venne condannato a 6 mesi di reclusione per «sequestro di persona» durante uno sciopero.
Il 23 marzo 1923 fu nuovamente arrestato per «tentata distruzione con scoppio di dinamite» di una miniera e tentato omicidio del direttore della stessa a Castelnuovo dei Sabbioni (AR). Condannato a 16 anni di reclusione, scontò parte della pena a Perugia, Spoleto (PG) e Portolongone.
Il 27 agosto 1925 tornò in libertà a seguito della concessione dell'amnistia. Andò a Imola, ma non potendo lavorare - perché nessuno lo voleva assumere, per via dei suoi precedenti politici - nel 1928 si trasferì a Roma. Qui il 30 aprile 1928 fu arrestato e assegnato al confino per 5 anni per «Propaganda anarchica».
Andò a Ponza (LT), dove restò sino al 19 dicembre 1928 quando fu liberato e la parte restante della pena commutata in ammonizione. Tornò a Imola, ma, non potendo lavorare, riprese a girovagare per l'Italia. Andò prima a Rimini (FO), poi a Ravenna e infine a Roma, sempre sottoposto a rigidi controlli della polizia, l'ultimo dei quali alla fine del 1942. Nell'estate 1944, appena liberata, tornò nella zona di Valdarno e fu eletto segretario delle leghe muratori e minatori. Il 3 giugno 1944 a Roma fu tra i promotori della costituzione della CGIL, in rappresentanza della corrente anarchica.
Nel 1945 fece parte della Consulta nazionale, ma, fedele ai principi anarchici, non accettò lo «stipendio di parlamentare». [O]