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Vittorio Martelli

6 aprile 1886 - 20 Agosto 1921

Scheda

Vittorio Martelli, da Luigi e Maria Sassi; nato il 6 aprile 1886 a Castrocaro-Terra del Sole (Fc). Insegnante elementare. Iscritto al PSI. Nel 1908 vinse un concorso per insegnare nella scuola elementare di Molinella.
Divenne uno dei massimi dirigenti del PSI molinellese nel 1914 quando, a seguito dell'eccidio di Guarda, Giuseppe Massarenti e i principali esponenti del PSI ripararono nella Repubblica di S. Marino o vennero arrestati.
Per questo fu schedato dalla polizia il 3 gennaio 15, anche se dal 1913 faceva parte della segreteria provinciale del PSI.
Trasferitosi a Bologna nel 1915, come maestro elementare, divenne uno dei principali esponenti dell'ala estrema del partito, chiamata prima rivoluzionaria e poi massimalista. Il 30 settembre 19 fu denunciato per «incitamento all'odio di classe» e il 24 ottobre 1922 - quando non era più in Italia - condannato a 10 mesi di reclusione. Nell'autunno 1920 fu tra gli organizzatori della frazione comunista all'interno dell'ala massimalista.
Il 31 ottobre 1920, alla vigilia delle elezioni amministrative, mise sotto accusa la gestione della prima giunta comunale socialista, perché «collaborazionista con il governo». La sua proposta di disertare le urne venne respinta e il PSI riconquistò il comune di Bologna. Fu tra gli organizzatori delle «guardie rosse» che, nel pomeriggio del 21 novembre 1920, si scontrarono con le squadre fasciste che avevano dato l'assalto a Palazzo d'Accursio per impedire l'insediamento della seconda amministrazione socialista.
Dopo lo scontro la polizia affermò di avere trovato, nella sede comunale, alcune bombe a mano avvolte in giornali che recavano l'etichetta di abbonamento intestata a Martelli. Per sottrarsi all'arresto si rifugiò nella Repubblica di S. Marino. Non avendo ripreso l'insegnamento, venne licenziato dal commissario prefettizio al quale era stata affidata la gestione del comune di Bologna. All'inizio del 1921 uscì dal PSI e secondo alcuni, aderì al PCI.
Alla fine del 1921 abbandonò la Repubblica di S. Marino ed espatriò clandestinamente, anche se non si sa dove si sia recato. Processato in contumacia dalla corte d'assise di Milano, il 3 aprile 1923 fu condannato all'ergastolo per gli scontri del 21 novembre 1920. Negli anni seguenti la polizia lo ricercò invano in Germania, Svizzera, Austria, Francia e Russia dove era diretto, ma dove non risulta mai arrivato. Fu ricercato sino al 16 aprile 1942. Il 29 ottobre 1954 il tribunale di Bologna ha emesso una sentenza di morte presunta, che si da per avvenuta il 20 agosto 1921.
Secondo alcune informazioni giornalistiche, sarebbe deceduto in Germania in un incidente ferroviario. [O]