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Vittorio Gombi detto/a Libero

21 novembre 1918 - [?]

Scheda

Vittorio Gombi, «Libero», da Nazareno ed Elvira Zamboni; nato il 21 novembre 1918 a Minerbio. Nel 1943 residente a Bologna. Tipografo. Antifascista, fu arrestato diverse volte per misure di pubblica sicurezza.
Nel 1937, per aver manifestato idee favorevoli alla repubblica spagnola, dopo aver trascorso 2 mesi in carcere in San Giovanni in Monte (Bologna), fu processato e condannato a 2 anni di ammonizione e di sorveglianza.
Venne nuovamente arrestato verso la fine del 1938 quale membro dell'organizzazione comunista attiva all'interno dell'Azienda tranviaria bolognese e in alcuni comuni della provincia. Con sentenza istruttoria del 16 giugno 1939 fu deferito al Tribunale speciale che, il 22 luglio 1939, lo condannò a 5 anni di carcere e a 2 anni di vigilanza per ricostituzione del PCI, appartenenza allo stesso e propaganda.
Rilasciato nel dicembre 1941 in seguito all'indulto per la nascita di una principessa di casa Savoia, fu inviato in servizio militare in fanteria a Udine.
Trovandosi a Minerbio in licenza di convalescenza, prese parte alle manifestazioni del 26 e 27 luglio 1943 a Bologna per la caduta del fascismo. Ripresi subito i contatti con i dirigenti comunisti ebbe l'incarico di occuparsi della stampa di volantini e giornali clandestini.
Con Libero Baldi e Libero Romagnoli partecipò alla prima azione gappista a Bologna la sera del 4 novembre 1943 contro i tedeschi radunati all'entrata del ristorante Fagiano in via Calcavinazzi.
Arrestato nell'aprile 1944 fu incarcerato in San Giovanni in Monte dove venne sottoposto a torture e sevizie. Rilasciato il 15 luglio 1944 riprese immediatamente contatto con i dirigenti della 7a brigata GAP Gianni Garibaldi dai quali fu inviato a Medicina per organizzare quella che si riteneva fosse l'ormai imminente insurrezione. In seguito tornò a Bologna e prese parte alla battaglia di porta Lame.
Mentre era con altri partigiani accasermato in una casa disabitata in via Scandellara in attesa di entrare in azione, fu sorpreso dallo scoppio improvviso delle munizioni e restò gravemente ferito (altri 13 patrioti morirono) il 18 aprile 1945.
Riconosciuto partigiano con funzione di vice comandante della 7a brigata GAP Gianni Garibaldi con il grado di capitano dal 4 novembre 1943 alla Liberazione. Gli è stata conferita la medaglia d'argento al valore militare
Testimonianza in RB3. [AR]