Salta al contenuto principale Skip to footer content

Francesco Basoli

1790 - 1870

Scheda

Dei tre fratelli Basoli è questo il più giovane, il quale raggiunge Antonio e Luigi a Bologna nel 1805. Inserito nei corsi accademici, vi consegue numerosi premi e segnalazioni. Il ruolo di Francesco fu spesso quello di supportare il fratello Antonio nelle sue sempre più numerose e prestigiose commissioni. Insieme a Luigi segue anche la traduzione a stampa delle idee del fratello maggiore. Come descrive Antonio nel suo 'catalogo o promemoria' mio fratello Francesco già mi faceva sempre le figure che era qualche tempo, e Luigi fratello li ornati, ed io sempre attendevo ai quadri ed i subalterni e scolari tiravano segni. Nel 1810 segue Antonio (e Luigi) a Macerata, per eseguire due scene ed un sipario. Allo stesso anno si deve l'esposizione presso l'Accademia bolognese di un ritratto di Gio. Pietro Zanotti, ed un puttino a olio, copia. Tra il 1812 e il 1818 si datano i suoi tre interventi nel cimitero bolognese, la Certosa. Qui esegue le parti di figura dei dipinti dedicati a Margherita Laderchi, Carlo Rusconi e Andrea Pesci, tutti collocati nel Chiostro Terzo. Lavori eseguiti a quattro mani con Giuseppe Muzzarelli e Domenico Ferri.

Nelle note personali del fratello Antonio, per l'anno 1803, si trova riferimento ad uno dei tanti ritrovi artistici felsinei. Nel presente caso era frequentato da altri artisti locali, compresi i due fratelli e Francesco Rosaspina: "Ero accademico d'invenzione in una unione d'artisti bravi, come Palagi, Giani, etc., che si diceva Accademia della Pace, ove ogni settimana si faceva un disegno d'invenzione e questo veniva lodato o criticato ragionatamente dagli altri colleghi; ognuno dava per turno il suo soggetto. Anche mio fratello faceva i disegni d'ornato e architettura ed io quelli di prospettiva, paese e anche ornato. Si fece carte 30." In "La vita artistica di Antonio Basoli", 2006. Viene nominato tra i Soci d'Onore della Pontificia Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1842 e qui indicato come pittore. Il nostro eredita i beni del fratello Antonio dopo la sua morte, avvenuta nel 1848, mentre al 1857 si deve la cessione dei manoscritti e dei disegni di questi all'Accademia bolognese in cambio di un vitalizio. Muore a Bologna nel 1870 e viene sepolto nella tomba di famiglia di fianco ai due fratelli e compagni di vita.

Roberto Martorelli