Scheda
Il bolognese Giovanni Acquaderni (1839-1922) fu uno dei maggiori protagonisti del movimento cattolico sorto in Italia nella seconda metà del XIX secolo. Trascorse gli anni della formazione nel convitto gesuita di Fano, e tutta la sua azione successiva conservò i tratti distintivi dell’educazione ricevuta: l’affezione obbediente al Pontefice, l’interesse verso le possibilità offerte dal moderno progresso tecnico e scientifico, il rifiuto a coinvolgersi nelle lotte politiche, una spiritualità solida e concreta, radicata in un personale lavoro di pratica ascetica e devozionale, e al tempo stesso orientata all’azione nel mondo. La partecipazione alle Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli orientò inoltre i suoi interessi verso i problemi sociali. Dopo la laurea in giurisprudenza intraprese la carriera avvocatizia, in anni in cui la Chiesa sembrava perdere, insieme al potere temporale, la sua influenza sulla società e la sua stessa ragion d’essere. Acquaderni reagì con una intensa attività di pubblicista, diffondendo con grande successo non solo scritti popolari a difesa del cattolicesimo, ma anche immagini religiose (le cosiddette oleografie).
Nel 1867, valorizzando un’idea del viterbese Mario Fani, fondò a Bologna, insieme ad altri amici più giovani, la Società della Gioventù Cattolica Italiana, il cui motto era “Preghiera, azione, sacrificio” e che l’anno dopo venne approvata e benedetta da Pio IX. I membri della Società erano tenuti ad un’esemplare vita cristiana, allo studio della religione, all’esercizio della carità verso i più poveri, ad una totale devozione alla Santa Sede. A differenza di altre iniziative analoghe, la Società non nasceva con finalità politiche né “contro” il potere civile, ma come un aiuto a vivere e testimoniare la fede cattolica in tempi particolarmente ostili, nella certezza che questo avrebbe anche modificato gli assetti sociali e politici. Nel 1869 Acquaderni promosse una raccolta di offerte per il Santo Padre, detta Obolo di San Pietro; osteggiata dalle autorità, l’iniziativa non soltanto ebbe notevole successo, ma con modalità diverse, permane ancora oggi. Esponente di spicco dei cattolici intransigenti, partecipò alla fondazione dell’Opera dei Congressi e nel 1874 fu eletto primo presidente del Comitato Permanente dell’Opera.
Quando, negli anni ’80, la direzione dell’Opera passò in mano al gruppo veneto, Acquaderni si volse ad iniziative di carattere più spiccatamente religioso: dai pellegrinaggi organizzati a Lourdes e a Loreto, alla realizzazione della tomba monumentale per Pio IX, all’Esposizione Vaticana per il giubileo di Leone XIII, fino alle colossali celebrazioni del centenario della nascita di Gesù Cristo (1900), nelle quali Acquaderni dispiegò tutta la sua capacità organizzativa, muovendosi in una dimensione veramente internazionale: le moltissime croci innalzate in Italia e in tutto il mondo non solo nelle chiese, ma anche sulle cime delle montagne, costituiscono ancora oggi un ricordo di quell’immane lavoro. D’altra parte, in Acquaderni l’impegno religioso si collegava naturalmente con quello sociale. Così, nel 1896 egli fondò una banca regionale, il Piccolo Credito Romagnolo, destinato ad estendere il credito presso i ceti meno abbienti, con particolare attenzione verso le “società cattoliche di mutuo soccorso e le Casse rurali cattoliche”. Lo stesso anno dette vita al quotidiano cattolico regionale "Avvenire", destinato a durare fino ad oggi, assumendo un rilievo nazionale. Fu attivo anche nell'ambito culturale, legato soprattutto all'amicizia con Alfonso Rubbiani, esponente di spicco del panorama artistico bolognese. Lo scioglimento dell’Opera dei Congressi (1904) non ebbe particolari ripercussioni sulla sua attività: da tempo non aveva più un ruolo attivo all’interno della organizzazione intransigente e, pur conservando inizialmente alcuni dubbi, aderì al nuovo corso voluto da Pio X nei rapporti con lo Stato italiano.
Così, ritroviamo Acquaderni partecipare all’opera di assistenza verso i soldati durante la Grande Guerra, nella quale perderà il carissimo nipote Carlo Acquaderni e, ormai ottantenne, coronare la sua lunga militanza nel movimento cattolico con l’adesione al Partito Popolare di don Luigi Sturzo. La famiglia Acquaderni riposa nella tomba di famiglia collocata nella Certosa di Bologna, braccio est della Galleria degli Angeli. Giovanni è sepolto nella cripta della Cattedrale della chiesa metropolitana di San Pietro a Bologna. A Castel San Pietro Terme, sulla facciata della casa ove nacque, è collocata una memoria che recita: "In questa casa ebbe i modesti natali il 16 marzo 1839 il conte commendatore G. Battista Acquaderni, m. in Bologna il 16 febbraio 1922, fondatore con Mario Fani viterbese della società La Gioventù cattolica Italiana. All'illustre uomo che colla parola e coll'esempio richiamò alla fede, all'azione, al sacrifizio cristiano, le giovani generazioni, i concittadini, in segno di stima e di venerazione P.P. il 31 dicembre 1922".
Otello Sangiorgi
Bibliografia: Ricordi di Giovanni Acquaderni ai suoi amici, Bologna, Tip. Arcivescovile, 1888; Dizionario biografico degli Italiani, Roma, Istituto della enciclopedia italiana, ad nomen.; G. De Rosa, Storia del movimento cattolico in Italia. Vol. 1., Dalla Restaurazione all’età giolittiana, Bari, Laterza, 1966; G. Venturi, Giovanni Acquaderni: un fondatore dalla multiforme attività, in “Il Carrobbio” 14. (1988) p. 363-376; G. Venturi, Giovanni Acquaderni. Gli anni delle fondazioni (1894-1896), Bologna, Ed. Conquiste, 1990; N. Fabrini, Il conte Giovanni Acquaderni. La vita, l'amore al pontefice, l'azione cattolica, l'opera dei congressi, l'eredità dei movimenti cattolici, 3. ed., Bologna, ESD, 1991.