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Opera Pia Argelli | Casa protetta di Medicina

1891 | oggi

Schede

In base alle tavole testamentarie del benefattore Ignazio Argelli, costituite con rogito del Dr. Luigi Bigi il 31/05/1891 e tradotte in Opera Pia con Regio Decreto 5/10/1891, la Congregazione di Carità del Comune di Medicina diviene erede universale per amministrare ed erogare tutta la rendita netta detraibile del detto Benefattore. Lo scopo di tale Opera è stata quella di riservare presso l’Ospedale Fornasini (poi Ospedale Civile) numero 2 letti (uno per uomo l’altro per donna) per accogliere infermi da malattie acute e solo per quelle contemplate dal regolamento interno. Detti infermi, in condizioni di “estrema povertà”, dovevano appartenere a famiglie “con stabile dimora nella Parrocchia di Villa Fontana almeno da un anno”. Queste Opere Pie furono pertanto amministrate dalla Congregazione di Carità (diveuta E.C.A.: Ente Comunale di Assistenza negli anni 1937-’38) fino al 1939 epoca in cui, per effetto del Decreto Reale 24/02/1939, avvenne una diversa classificazione delle Opere Pie esistenti nel nostro Comune. In virtù di tale decreto la maggior parte delle Opere Pie continuarono ad essere amministrate dall’E.C.A. mentre l’Ospedale Infermi, il Ricovero di Mendicità, l’Asilo Infantile e l’Opera Pia Argelli formarono un nuovo Ente denominato “Ospedale ed Istituti di Assistenza riuniti”.

In tutti questi anni non si sono verificati fatti particolari tali da modificare la struttura di questa istituzione. L’unico fatto degno di rilievo, che sarà determinante per la costruzione della nuova sede della Casa Protetta, è stato l’acquisto di un lotto di terreno per l’ampliamento del piazzale dell’Ospedale il quale venne pagato in parti uguali dalle 4 Opere Pie facenti capo all’Ospedale ed Istituti di Assistenza riuniti; e questo nell’anno 1952. Nel 1970, in base alla legge 12/02/1968 n. 132 “Enti Ospedalieri e Assistenza Ospedaliera” con D.P.R. n. 431 del 12/5/1970, l’Ospedale Infermi viene tolto dall’Ospedale ed Istituti di Assistenza riuniti e forma l’Ente Ospedaliero “Ospedale Generale di Zona”. Le altre tre Opere Pie: Ricovero di Mendicità, Asilo Infantile, Opera Pia Argelli, formeranno l’Ente “Istituzioni di Assistenza Riunite” con decorrenza dall’anno 1971. Queste tre Opere Pie continueranno ad essere amministrate dal consiglio di amministrazione in carica per l’Ospedale ed Istituti di Assistenza Riuniti così composto: 1 - Presidente, Viotti Vittorio 2 - Membro Anziano, Avoni Goffredo 3 - Consigliere, Cavazza Raimondo 4 - Consigliere, Pasquali Carlo 5 - Consigliere, Brini Giorgio Il primo problema che questo Consiglio deve affrontare è quello della sede dell’Asilo Infantile. Come in precedenza indicato, la sede dell’Asilo è di proprietà comunale ed il Comune di Medicina, nell’anno 1971, chiede la restituzione di quei locali dovendo in essi ospitare n. 4 sezioni di Scuola Materna Statale, istituita appunto con decorrenza dall’anno scolastico 1971-’72. In conseguenza di ciò, mancando i locali per gestire l’Asilo, l’Amministrazione delle Istituzioni di Assistenza Riunite è costretta a cessare l’attività dell’Asilo. Da questo momento quindi l’unica attività delle tre Opere Pie resta la gestione del Ricovero di Mendicità o Casa di Riposo.

Si tratta però di una gestione condizionata da vari fattori: i locali dove ha sede la Casa di Riposo sono di proprietà dell’Ospedale, il personale è inquadrato nell’organico dell’Ospedale e viene utilizzato per la Casa di Riposo mediante convenzioni gradualmente perfezionate fra Ospedale di Zona ed Istituzioni di Assistenza Riunite. Questa situazione se poteva valere quando si aveva un unico Ente ora pone problemi non piccoli per la sopravvivenza della Casa di Riposo. La vicenda della sede dell’Asilo Infantile insegna. Così il nuovo Consiglio, eletto con decreto regionale n. 566 del 14/5/1974, nelle persone di: – Presidente, Minghetti Pietro – Vice Presidente, Rangoni Franco – Consigliere, Gardenghi Silvana – Consigliere, Viotti Vittorio – Consigliere, Tantini Giuseppe ha davanti a sé un cammino irto di difficoltà e con problemi che, se non risolti, potrebbero portare alla fine delle Istituzioni. La prima priorità diventa la regolarizzazione dei rapporti con l’Ospedale per quanto concerne il personale che deve prestare servizio per la Casa di Riposo. L’utilizzo del segretario e di un impiegato amministrativo viene sistemato con una convenzione fra i due Enti. Per il personale di servizio (n. 6 ausiliari addetti all’assistenza di base) si parte con una convenzione provvisoria che permette alle Istituzioni di provvedere alle necessarie formalità per effettuare un regolare concorso. Tutto ciò si perfeziona entro l’anno 1978. Più passa il tempo però e più si fa urgente l’esigenza di trovare una soluzione stabile e definitiva per la sede della Casa di Riposo, anche perché gli orientamenti della Riforma Sanitaria sono contrari ad una coesistenza della Casa di Riposo nei locali dell’Ospedale. È appunto nella prospettiva di ottenere un notevole contributo in base alla legge regionale n. 30 del 01/09/1979 che il Consiglio di Amministrazione decide di iniziare un cammino che potrà portare alla realizzazione di una sede adeguata per la nuova Casa Protetta. La nuova area viene individuata in una proprietà dell’Ospedale, che si pensa di acquisire mediante la permuta della parte di piazzale dell’Ospedale di cui sono proprietari per i tre quarti le Istituzioni di Assistenza Riunite. Il fatto però che la documentazione per la richiesta del contributo debba avvenire nel giro di pochi mesi non consente di dimostrare la proprietà del terreno in cui dovrà sorgere la Casa Protetta. Si ricorre così ad una deliberazione di intenti fra i due Enti con riserva di produrre successivamente l’ulteriore documentazione. Superato questo scoglio ne sorge però un altro che rischia di annullare tutto il lavoro svolto per la permuta dei terreni.

Con l’istituzione delle U.S.L. le proprietà degli Enti Ospedalieri passano in proprietà ai Comuni. Dopo innumerevoli contatti con la Regione e Comune di Medicina si riesce ad ottenere un Decreto Regionale che esclude il passaggio all’U.S.L. dei beni oggetto della permuta di cui alla citata delibera di intenti. La vicenda continua e si svolge in un arco di tempo in cui si ha un Consiglio di Amministrazione che viene mantenuto in carica oltre il mandato normale – dal 14/9/1974 all’1/1/1986 – con la perdita di due consiglieri: Gardenghi Silvana, deceduta nell’82, e Viotti Vittorio, deceduto nell’aprile dell’86, e con la presenza di segretari incaricati: Pasquali Dino dall’1/1/’79 al 29/7/’85, Nanni Serena dal 31/7/’83 all’1/7/’85 e Bini Alberto dal 2/7/’85 al 31/12/’88. In tale periodo vengono prese le decisioni più impegnative, quali nomina di tecnici per frazionamenti di terreni, perizie giurate, indizioni di gare e licitazioni private, approvazione di progetti e appalti di lavori poiché si deve considerare che l’intera opera è stata finanziata unicamente con il ricavato della vendita di immobili delle Istituzioni di Assistenza Riunite e da contributi regionali. L’appalto del primo lotto dei lavori viene deliberato in data 8/10/1982. Il successivo Consiglio, nominato il 9/7/’86 nelle persone di: Minghetti Pietro, Presidente, e Callegari Athos, Tosi Dante, Orlandi Ubert e Pasquali Dino consiglieri, avrà il compito di provvedere al nuovo arredo della Casa Protetta ed alla inaugurazione, che avviene il 27/12/1987. Va rilevato che la progettazione dell’opera e la direzione dei lavori si debbono ai tecnici medicinesi geometra Walter Garelli e ingegnere Mauro Baravelli. È giusto inoltre evidenziare che la presidenza dell’Ente, in tutto questo periodo, è stata retta ininterrottamente dal geometra Pietro Minghetti il quale ha svolto questo impegno per oltre 30 anni con grande impegno, tenacia, perseveranza e senza alcuna indennità di carica.

Dino Pasquali

Testo tratto da "LA CASA PROTETTA DI MEDICINA UN’ISTITUZIONE DI ASSISTENZA CHE VIENE DA LONTANO" in "Brodo di serpe - Miscellanea di cose medicinesi", Associazione Pro Loco Medicina, n. 6, dicembre 2008.