Schede
Finanziato dalla massoneria bolognese - ma con un contributo della Federazione nazionale dei lavoratori della terra - l’11 dicembre 1910 vide la luce a Bologna il quotidiano “Giornale del Mattino”.
Il nuovo foglio intendeva coprire il vuoto lasciato nell’agosto 1909 da “il Resto del Carlino” passato da una posizione di centro-sinistra ad una di destra, quando gli eredi d’Amilcare Zamorani lo cedettero ad un gruppo di agrari e industriali zuccherieri.
I promotori furono l’ing. Alfredo Grassi dell’Associazione democratica, l’avv. Enrico Golinelli del PRI e già sindaco di Bologna, l’avv. Aldo Oviglio dell’Associazione radicale e l’on. Genuzio Bentini del PSI. Erano tutti massoni e Golinelli Venerabile della loggia VIII Agosto.
Primo direttore fu Gino Piva presto sostituito da Rino Alessi, entrambi ex redattori dell’“Avanti!”.
L’accordo tra i partiti della sinistra durò qualche anno, sino allo scoppio del conflitto. La massoneria, che possedeva la maggioranza del pacchetto azionario, era interventista e i socialisti neutralisti.
Il quotidiano, che nel giugno 1914 aveva sostenuto i socialisti quando avevano dato la scalata vittoriosa al comune di Bologna, divenne un deciso avversario del PSI.
La polemica antisocialista assunse toni fortissimi quando la direzione, alla fine del 1916, fu assunta da Pietro Nenni - iscritto al PRI - anche se il suo nome in gerenza apparve nell’agosto 1917.
Nei primi mesi del dopoguerra, quando Nenni tentò di riportare il giornale sulle posizioni di un tempo e di ricucire lo strappo con i socialisti, la massoneria preferì chiuderlo. Cessò le pubblicazioni il 31 agosto 1919. [O]