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Fanteria - 267° e 268° reggimento, brigata Caserta

Schede

Costituita nel maggio 1917 con battaglioni dell'83° ed 84° fanteria.

Anno 1917
La Brigata, denominata inizialmente «A», raccoglie veterani dei fronti carsico e trentino: essa si raduna sulla riva sinistra del Brenta, per un periodo relativamente breve di inquadramento. Già ad inizio giugno gli uomini sono trasferiti sugli Altipiani, dove continua la loro preparazione; quindi, nella seconda metà del mese, sono di nuovo in Val Chiama (compresa nell'odierno comune di Valstagna, nella valle del Canale di Brenta). Dopo ulteriori trasferimenti ed esercitazioni, il 18 luglio la truppa è dislocata – alle dipendenze della 28a divisione – nel settore di Flondar (nei pressi del Monte Ermada e del Dosso Faiti): la Brigata assume qui la difesa del settore compreso tra la strada Komarje e la strada di Flondar, attendendo a lavori di rafforzamento della linea. Sostituiti dai reggimenti della “Mantova”, dopo alcuni spostamenti gli uomini raggiungono nella seconda metà di agosto il settore compreso tra Kostanjevica (it. Castagnevizza) e Pod Korite: su questo fronte il nemico tenta diverse sortite, tutte strenuamente respinte dalla “Caserta”. Tra il 9 e il 10 settembre la Brigata è rilevata dalla “Pinerolo” ed inviata a riposo tra Crauglio e Campolongo (a metà strada tra Palmanova e Redipuglia): da qui, i suoi reggimenti si alternano in lavori di sistemazione difensiva nel vallone di Pakilisce.
A metà dell'ottobre gli uomini sono nuovamente operativi nel settore di Kostanjevica: il 24 su questo fronte gli austro-tedeschi lanciano la loro offensiva, ma la “Caserta” è salda nel resistere all'intensa pressione nemica. Tre giorni dopo la Brigata riceve l'ordine di ripiegare: passato durante la notte l'Isonzo al ponte di Sagrado, è quindi in linea tra Privano e Castions delle Mura, costituendo la retroguardia d'Armata. Il 30 è a Torsa, schierandosi sul fiume Stella, e il giorno dopo è a difesa della testa di ponte di Madrisio sul Tagliamento. Il 31 ottobre i reggimenti entrano in contatto con pattuglie nemiche; fattasi più imponente la loro presenza, diviene necessario oltrepassare il fiume: la Brigata si raccoglie quindi a Cordovado (sopra Portogruaro). Il 4 novembre, destinata a retroguardia della 45a divisione, la “Caserta” comincia il ripiegamento oltre il Livenza, oltrepassato l'indomani mattina. L'8 la Brigata è sostituita in linea dalla “Granatieri” e dalla “Pinerolo”: il 267° passa alla temporanea dipendenza della 28a divisione, mentre il comando di brigata ed il 268° passano invece il Piave, dove vengono raggiunti dall'altro reggimento due giorni dopo.
A metà novembre gli austro-tedeschi sono riusciti a toccare la zona di Fagarè, un abitato del Trevigiano alla destra del fiume: il 268° concorre brillantemente nell'azione volta a ricacciare gli invasori al di là del letto del Piave. Dopo alcuni giorni la Brigata è sostituita in linea, mentre nella seconda metà di dicembre la “Caserta” torna a presidiare il settore di Candelù (a nordovest di Fagarè): qui permane sino alla fine dell'anno.

Anno 1918
Per tutta la prima metà dell'anno, i reggimenti si alternano nelle posizioni di prima e seconda linea nel settore compreso tra Maserada sul Piave e Candelù, dove vengono eseguiti lavori di rafforzamento e sono portate avanti azioni di pattuglia.
Dal 15 giugno gli uomini della “Caserta” sono impegnati nel contenimento dell'ultima offensiva austriaca, lanciata nel settore del Piave. Fino al 18 i reggimenti sono duramente impegnati nel respingimento di un tentativo di sfondamento avversario all'altezza del «Fortino Triangolare», al di qua del fiume nei pressi di Candelù. Quest'aspra lotta continua sino al 22, finché un «nemico stanco, affamato e disorganizzato dalla fiera resistenza delle nostre truppe» non è costretto a ripiegare. Fra il 22 e il 23 giugno la Brigata è sostituita in linea e trasferita nella zona del fiume Limbraga, per potersi riposare e riordinarsi. I meriti della truppa, che ha visto cadere più di 1800 uomini tra ufficiali e soldati, sono riassunti nella motivazione al conferimento della medaglia d'argento alle Bandiere dei reggimenti: «Resistevano superbamente per otto giorni consecutivi a reiterati poderosi attacchi del nemico che, in un supremo formidabile urto, tentava travolgere le nostre difese; intrepidi, incrollabili, contribuivano in modo efficacissimo alla gloriosa difesa del Piave ed alla successiva sanguinosa disfatta avversaria».
A metà agosto la Brigata è richiamata a presidiare il settore di Candelù: sino all'ottobre gli uomini si alternano sulle varie linee respingendo frequenti attacchi austriaci e consolidando nel mentre il proprio tratto di fronte
Dopo qualche giorno di riposo, a fine mese la “Caserta” è di nuovo operativa per l'ultima nostra grande offensiva: il 27 è ai Ronchi, quale riserva di Corpo d'Armata. Il 28 passa il Piave, con l'ordine di puntare al fiume Livenza, raggiunto non senza difficoltà all'alba del 31 ottobre e guadato il giorno seguente. Il giorno 3 novembre, nei pressi del Tagliamento, i reggimenti ricevono l'ordine di avanzare e di preparare l'attacco per forzare le linee nemiche, asserragliate sulla sponda opposta. Nelle prime ore del 4 novembre hanno inizio i lavori di preparazione per la testa di ponte fra San Lorenzo e Codroipo, ma sulla linea Molino Romano-Villaorba gli uomini della “Caserta” sono raggiunti dalla notizia della firma dell'armistizio.

Andrea Spicciarelli

FONTE: Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918, Vol. VIII, Roma, Libreria dello Stato 1929, pp. 169-177