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Fanteria - 119° e 120° reggimento, brigata Emilia

Schede

Costituita nel marzo 1915 con battaglioni del 35° e 28° fanteria

Anno 1915
A fine maggio la Brigata, alle dipendenze della 33° divisione, si schiera nella zona Planina – monte Korada. Il 22 giugno passa l’Isonzo ed attacca la linea nemica Globna – Britoff: il primo paese è raggiunto, sul secondo si infrangono tutti i tentativi di conquista. L’11 luglio la Emilia si trasferisce nel settore del monte Nero, sostituendo le truppe alpine tra la quota 2163 e la colletta Kozliak del monte Rosso; il 14 agosto tenta di sorpassare le difese austriache, ma non riesce neppure ad avvicinarsi ad esse causa la potenza della artiglieria e l’efficienza delle mitragliatrici nemiche. Fino a dicembre la Brigata alterna le truppe tra la prima linea e la retrovia, il giorno 15 lascia il settore del monte Nero e si trasferisce a Bergogna.

Anno 1916
Ritornata in linea nel settore del monte Nero, in maggio sostituisce la Brigata Modena nelle trincee che vanno dal villaggio di Krn allo Sleme. Il 3 agosto il nemico fa brillare una mina sotto le posizioni italiane del Mrzli dette del “teatrino”, fortunatamente i lavori di scavo erano stati percepiti e la posizione parzialmente sgomberata: il successivo attacco austriaco fallisce. Nei giorni seguenti altre tre mine scoppiano sotto le posizioni italiane, le misure di sicurezza in atto già dalla prima mina limitano i danni e gli attacchi, pur massicci, non hanno successo. Fino alla fine dell’anno non succedono altri avvenimenti di rilievo.

Anno 1917
Il 14 gennaio la Brigata si trasferisce nel settore di Valerisce, col 120° reggimento contro il monte San Marco e il 119° a est della città di Gorizia; fino al 15 maggio la Emilia alterna turni in trincea e di riposo, poi, in vista della X° Battaglia dell’Isonzo, passa in prima linea alle spalle della città e si schiera contro la quota 126 – Castagnavizza – casa diruta. Il giorno 16, il 119° prende la quota 126, il 17 il nemico la riconquista, ne viene scacciato il 18, ma il 27 maggio preceduto da un furioso bombardamento contrattacca e la quota 126 ritorna austriaca. Dopo un breve periodo di riposo, la Brigata è impegnata nella XI° battaglia dell’Isonzo, in azioni dimostrative contro il San Gabriele per distrarre il nemico dai reali obiettivi degli attaccanti; il 28 agosto in concomitanza con operazioni della 11°divisione, attacca decisamente nel settore Grazigna – quota 100. Alle 12,35 i suoi reparti di testa occupano in parte lo sperone di quota 100 e, dopo sei ore di accanita battaglia, tutta la posizione nemica è conquistata; l’atteso contrattacco trova i reparti della Brigata ancora in parte allo scoperto, vengono persi alcuni elementi di trincea che, per l’arrivo dei rincalzi, sono ripresi il giorno dopo. Terminata la battaglia, la Brigata scende a riposo, poi rientra nello stesso settore sostenendo una estenuante lotta quotidiana di pattuglie. La crisi creatasi il 24 ottobre a Caporetto, coinvolge anche la Emilia che riceve l’ordine di ripiegare prima sulla vecchia linea austriaca Grafenberg – Podgora , poi al fiume Torre, quindi al Tagliamento che passa la notte del 30 ottobre al ponte di Madrisio. Il 6 novembre supera anche il Piave e si porta nelle retrovie per riordinarsi, ma già il 24 novembre è sul monte Grappa, alle dipendenze della 1° divisione nel settore Croce dei Lebi – cima Schiarer.

Anno 1918
Sino al 26 maggio la Brigata Emilia compie turni in trincea e di riposo, alternando i reggimenti; il 26 maggio si trova schierata alle Porte di Salton, il 30 subisce un violento attacco nemico mirante ad occupare la testata della Val Cancino, obiettivo importantissimo per la offensiva in previsione a giugno: i battaglioni della Emilia dopo una lotta accanita riescono a respingere gli Jager austriaci. La notte del 15 giugno si scatena la grande offensiva nemica dall’Astico al mare (Battaglia del Solstizio), le colonne attaccanti puntano ancora contro le trincee tenute dalla Brigata alla testata della Val Cancino; grazie alla fitta nebbia che grava sul crinale, diverse pattuglie si infiltrano alle spalle dei difensori che non cedono e con un contrattacco bloccano e ricacciano l’avversario. Il giorno dopo il comando del Grappa ordina di arretrare la linea per non esporre ad aggiramento il nostro schieramento Porte di Salton – Val Cancino; il 4 luglio però l’offensiva austriaca è ormai in esaurimento senza aver ottenuto lo sfondamento verso la pianura veneta, il nostro contrattacco riprende tutte le trincee abbandonate nei primi giorni. Il 15 luglio l’Emilia scende a riposo, il 22 agosto torna in linea sul Grappa rilevando la Brigata Lombardia: riprendono i turni di trincea e riposo. Il 16 settembre, per dare profondità alla linea difensiva, il comando ordina alla Brigata Emilia di occupare alcune posizioni lungo la linea delle malghe; la reazione avversaria non permette di raggiungere e mantenere che malga Val dei Pez, ma già il 4 ottobre il nemico lancia un violento contrattacco che riconquista il caposaldo. Il successivo tentativo italiano di riprendere la malga, portato anche con pattuglie di arditi, non ottiene alcun risultato. Sostituita in linea dalla Brigata Bologna, è trasferita in autocarro nel settore del Montello, dove si attesta come unità di riserva in vista della Battaglia di Vittorio Veneto. Il 3 novembre, giorno dell’armistizio la Brigata Emilia si trova nel paese di Sernaglia, da dove gli austriaci avevano mosso per attraversare il Piave ed invadere il Montello a giugno, durante la Battaglia del Solstizio.

Paolo Antolini