Schede
Completata nel 1900, come attestano la firma e la data presenti nell’angolo in basso a sinistra, l’opera fu presentata già nel maggio dello stesso anno alla rassegna bolognese di pittura e scultura organizzata dalla Società Francesco Francia. La tela (cat. 42) comparve nel catalogo dell’Esposizione di Bologna contrassegnata dal titolo Androne innondato dal sole (Terracina) 4000 Lire, indicando come esecutore dell’opera Marius Pictor. La valutazione di 4000 lire testimonia che il dipinto ebbe immediati riscontri e apprezzamenti, tanto che fu successivamente selezionata dall’artista nel 1909 tra le opere che decoravano la sala monografica a lui dedicata presso l’Ottava Esposizione Internazionale dell’Arte a Venezia (Sala 28). Alla mostra individuale di Marius Pictor comparvero trentaquattro opere e Un androne a Terracina (cat. 34) è allusivamente ricordata nell’introduzione alla mostra per «il riverbero di un mezzogiorno estivo» (Angeli 1909). La tela infatti ottenne rapido successo e fu segnalata nelle cronache della rassegna veneziana tra i «capolavori».
Un androne inondato dal sole a Terracina cela un segreto che torna alla luce dopo più di un secolo: il connubio perfetto dell’amicizia e della collaborazione tra Mario De Maria e Vittore Grubicy De Dragon. L’opera è infatti stata identificata nel prezioso elenco autografo «Quadri di Marius in cui ho collaborato» che Vittore Grubicy De Dragon annotò nel proprio minutario personale. Quest’ultimo registrò infatti nel 1911: «Sottoportico col tino in ombra lavorato da me lo sfondo» precisando ulteriormente in basso alla carta: «(vedi sopra) Grande paesaggio sotto portico tutto il fondo fatto da me» . La paternità dell’opera è dunque ascrivibile ad entrambi gli artisti. Distaccandosi dai tradizionali soggetti notturni, la tela costituisce infatti un unicum nel panorama pittorico dell’artista che qui si dimostra singolarmente attratto dai fenomeni atmosferici di bagliore solare, in accordo con il collega Grubicy già grande maestro di queste sperimentazioni. Protagonista dell’opera è infatti la luce brillante del giorno che invade il rustico sottoportico d’ingresso alle stradette di Terracina. Alcune comparse si affacciano silenziosamente sullo sfondo come l’anziana portatrice di fieno o il bambino che fa capolino curioso dal portone sulla destra mentre in primo piano le galline beccano all’ombra di un massiccio tino in legno, descritto da Grubicy stesso nelle sue minute. Mario De Maria ideò certamente la composizione basandosi su una serie di fotografie realizzate nel suo viaggio a Terracina (di cui rimangono altre opere come Ruine del tempio di Apollo a Terracina, Un porcile a Terracina), strumento che utilizzava spesso per i suoi ragionamenti compositivi.
Come indicato dallo stesso Grubicy, egli si occupò di realizzare lo sfondo illuminato dal sole, lasciando la parte in ombra a De Maria: stilisticamente infatti l’opera è afferibile alla mano di entrambi gli artisti in quanto le pennellate del «lunatico» De Maria si fondono completamente alla tecnica divisionista tipica di Grubicy che non solo invade i muri illuminati dal sole, le scale delle case e la vegetazione sullo sfondo ma prende possesso anche della zona in ombra del sottoportico. Un androne inondato dal sole a Terracina rappresenta visivamente le teorie pittoriche che accomunano i due artisti: nella tela infatti si palesa non solo l’incontro tra ombra e luce, ma l’unione tra il Simbolismo di De Maria e il Divisionismo di Grubicy costituendo una sorta di testamento spirituale del rapporto tra due maestri. La tela è firmata «M. Pictor», con il suo monogramma caratteristico e l’aggiunta della data “1900”, è da segnalare tuttavia che di fianco alla firma del bolognese compare, alla lampada di Wood, un segno più chiaro che richiama una lettera “G”. E’ ancora da approfondire se altre opere realizzate insieme presentino questa peculiarità (l’unica firmata da entrambi è Sottobosco del 1917). Per quanto riguarda la proprietà della tela è probabile che ancora nel 1909 non fosse stata venduta, poiché nell’elenco delle opere in mostra all’Esposizione veneziana non fu indicato alcun proprietario, diversamente da altre opere presenti alla rassegna. Ugualmente, nell’elenco del 1911, Grubicy non fece alcun accenno ad una eventuale vendita, diversamente da altre citate. Essa ricomparve nell’importante collezione bolognese di Alberto Giordani, poi acquisita nel 2020 da Edoardo Battistini e pubblicata per la prima volta a colori in Le connoisseur bulgnais. Collezionismo felsineo tra Otto e Novecento a cura di E. Battistini e F. Sinigaglia.
Un androne inondato dal sole a Terracina fu dipinto durante il periodo veneziano di Mario De Maria e riflette magistralmente il gusto tipico riscontrato anche nei paesaggi degli artisti veneziani coevi: il sapore lagunare della quotidianità, la scelta dei soggetti come i galletti in primo piano, il grande tino in ombra oppure l’anziana contadina, mediati dallo spiritualismo degli effetti di luce che si percepisce anche nelle opere di Vincenzo Cabianca o Giuseppe Ciardi, ma anche Angelo Dall’Oca Bianca e Giacomo Favretto. Tuttavia, l’incontro tra i due artisti produsse una tela dalla sensibilità nuova che sigilla le teorie estetiche dell’Ottocento entrando in un nuovo secolo, il 1900, come i raggi del sole che si scontrano con il buio del sottoportico. Attraverso la contrapposizione del colore Mario De Maria e Vittore Grubicy De Dragon teorizzarono nuovi ideali coloristici per ottenere effetti di combinazione armonica a cui attribuivano un significato spirituale, per affrontare insieme il nuovo secolo.
Francesca Sinigaglia, aprile 2021. In collaborazione con Galleria Fondantico di Tiziana Sassoli, Bologna.
Un androne inondato dal sole a Terracina, 1900. Mario De Maria detto Marius Pictor (Bologna, 8 settembre 1852 - Bologna, 18 marzo 1924), Vittore Grubicy De Dragon (Milano, 15 ottobre 1851 - Milano, 4 agosto 1920). Dimensioni 75 x 61,5 cm, Collezione privata. Olio su tela, firmata nell'angolo in basso a sinistra «M Pictor» con presenza di monogramma e data; iscrizione sul retro a matita, sul telaio in alto al centro «Un androne innondato dal sole a Terracina Marius Pictor Venezia Zattere 1410»
Pubblicazioni | 1909 - L'arte mondiale all'VIII Esposizione di Venezia, in «Emporium», Vol. XXX, n. 177, 1909, p. 173. 2021 - Le connoisseur bulgnais. Collezionismo felsineo tra Otto e Novecento, (a cura di) E. Battistini, F. Sinigaglia, catalogo della mostra presso Fondantico, Bologna 2021, p. 14. Mostre | 1900 - Sesta Esposizione Provinciale di Belle Arti “Francesco Francia”. 1909 - Ottava Esposizione d'Arte Internazionale della Città di Venezia. Bibliografia | Società Francesco Francia, Catalogo della sesta Esposizione Provinciale di Belle Arti Francesco Francia, Bologna 1900, p. 5. R. Pantini, Artisti Contemporanei: Mario De Maria, in «Emporium», Vol. XV, n. 86, 1902, pp. 83-107. L'arte mondiale all'VII° Esposizione di Venezia, in «Emporium», Vol. XXX, n. 177, 1909, p. 173. M. Pilo, Forme e fantasmi, Marius Pictor all’ottava esposizione di Venezia, in «Almanacco del Coenobium», Lugano 1910. Comanducci, Dizionario illustrato dei Pittori, Disegnatori e Incisori Italiani Moderni e Contemporanei, IV Edizione, Volume II, Luigi Patuzzi Ed. Milano 1971, p. 1003. Masau Dan M., Pavanello G., 1895-1914 Arte d’Europa fra due secoli: Trieste Venezia e le Biennali, Electa, Milano 1995. Sergio Rebora, Vittore Grubicy De Dragon, pittore divisionista (1851-1920), Jandi Sapi Editori, Milano 1995. Ottocento, Catalogo dell’arte italiana dell’Ottocento, n. 28, Arti Grafiche Pinelli, Milano 1999, p. 140. Anna Mazzanti, Simbolismo italiano fra arte e critica, Mario De Maria e Angelo Conti, Casa Editrice Le Lettere, Firenze 2007. Elena Di Raddo, Il pittore delle lune e il mercante pittore. L’epistolario Mario De Maria - Vittore Grubicy 1895-1914 in «Il presente si fa storia», Ed. Vita e Pensiero, Milano 2008. Associazione Bologna per le Arti, Mario De Maria (Marius Pictor): il pittore delle lune 1852-1924, Ed. Grafiche dell’Artiere, Bologna 2013.