Schede
Quest’opera di chiara ispirazione Liberty fu realizzata per la famiglia Alvisi nel 1920 ed è collocata nel Campo Nuovo della Certosa. Qui lo scultore Pasquale Rizzoli (1871 - 1953) utilizza la tecnica dello stiacciato (rilievo appena percettibile) alternata a quella dell'altorilievo e raggiunge un effetto di monocromia verde con l'accostamento del serpentino al bronzo. A proposito dello stiacciato bisogna ricordare che proprio in quegli anni si trovava a Bologna il celebre scultore piemontese Leonardo Bistolfi, principale responsabile della diffusione del simbolismo e del liberty nella scultura italiana. Bistolfi rispolverò proprio questa tecnica utilizzandola in molte delle sue opere realizzate per la città, e divenendo fonte di ispirazione per gli scultori locali. Nella parte inferiore ed in quella centrale del monumento Alvisi troviamo i quattro ritratti dei defunti, mentre nella parte superiore dell'opera è rappresentato il tema della “luce perpetua” attraverso la figurazione di una donna che stringe sul proprio seno un panneggio ornato da elementi floreali e custodisce nel palmo della mano destra la fiamma della speranza, che alimenta con un soffio di fiato. Una curiosità: per raffigurare questa parte dell’opera lo scultore bolognese chiese alla propria figlia di posare per lui, immortalandone così il profilo e rendendo l’opera particolarmente rilevante anche come documento storico.
Nelle opere giovanili, come i ritratti eseguiti per la Certosa tra il 1888 e il 1890 (Poggi, Ambrosi, Minelli) è facilmente riscontrabile una certa flessione verso il linguaggio verista. Pur in un lavoro di non grande impegno, nella stele Alvisi lo vediamo attivo a date più avanzate, pienamente aderente allo stile floreale, movimento artistico di cui fu tra i grandi interpreti emiliano-romagnoli.
Giuliana Lo Faro