Schede
Di piccole dimensioni, questo cartello di Maria Vinca (stampa litografica monocroma, cm. 51 x 33, Milano, Pilade Rocco Impressioni d’Arte), tocca le corde del sentimento ponendoci in contatto con la triste realtà di due piccoli orfani. Si tratta di un’immagine pittorica, tanto che il Rubetti in un articolo apparso nel 1919 su “Risorgimento grafico” parla di un richiamo al “far dei cremoniani” dovuto soprattutto alla dolcezza del tratto e del colore. Esiste anche un vago collegamento con il gusto liberty di inizio secolo per quello che riguarda la costruzione grafica dell’opera. Il testo infatti è inserito in una sorta di cartiglio delineato dai fluenti capelli che non hanno soluzione di continuità con il tricolore, ben individuabile nella parte inferiore del manifesto in cui si nota lo stemma sabaudo.
Il pathos è reso palpabile dai visi piangenti i cui tratti sono intenzionalmente inclinati verso il basso dando maggior risalto al verticalismo su cui è improntata l’intera composizione. La famiglia, sia pur essa rappresentata da padre e figlia, da una coppia col figlioletto oppure da due orfanelli, è inevitabilmente uno dei temi-cardine della campagna del Prestito: rispettivamente Lionne, Finozzi e Vinca l’hanno scelta come mezzo di persuasione in grado di giungere direttamente al cuore degli Italiani.
Maria Alessandra Corticelli Guarmani
Testo tratto da L'oro e il piombo - I prestiti nazionali in Italia nella Grande Guerra, Bollettino del Museo del Risorgimento. Bologna, anno XXXVI, 1991. Trascrizione a cura di Lorena Barchetti