Schede
Il monumento ferrarese a Giuseppe Garibaldi, realizzato da Tullo Golfarelli tra il 1906 e il 1907, vide lo scultore romagnolo impegnato nel duplice e assai criticato ruolo prima in qualità di componente di commissione per l’assegnazione dell’incarico e successivamente come designato per la realizzazione del medesimo. L’opera ferrarese ha conosciuto un percorso travagliato. Un primo incarico fu direttamente conferito allo scultore romano Ettore Ferrari nel 1898, suscitando in città accese polemiche per l’esclusione a priori degli artisti ferraresi. Il progetto cadde per l’assenza dei fondi necessari. Un concorso per la realizzazione del monumento, bandito alla fine del 1905 vide la partecipazione di sei artisti tra cui Luigi Bolognesi, Ettore Chendi, Amedeo Colla, Gaetano Galvani, Angelo Lana e Francesco Leoni, tutti originari del ferrarese. La giuria artistica, composta da Pietro Niccolini, Giuseppe Agnelli, Augusto Droghetti, Stefano Gatti Casazza e dallo scultore Tullo Golfarelli, non individuò negli otto bozzetti presentati alcuna proposta degna di riconoscimento. L’esigua somma disponibile per la realizzazione del monumento, rese tuttavia necessaria l’individuazione di due lavori più meritevoli, da rimandare successivamente al giudizio di una nuova giuria. Vennero designati come più meritevoli gli elaborati di Amedo Colla e Luigi Bolognesi.
Quest’ultimo in particolare proponeva un basamento a gradinata sul quale si elevava un plinto di forma quadrata con soprastante busto di Garibaldi; alla base giaceva un garibaldino morente che impugnava l’asta della bandiera. Anziché nominare una nuova commissione la Società dei Reduci delle Patrie Battaglie decise di affidare l’incarico direttamente a Tullo Golfarelli, già membro di quella commissione che aveva bocciato tutti i lavori presentati. I responsabili della Società dei Reduci vennero accusati di clientelismo. Sul progetto presentato dallo scultore romagnolo ricadde invece il dubbio di essersi troppo ispirato al bozzetto Libertà di Luigi Bolognesi, corretto solo sostituendo la bandiera del garibaldino morente, inizialmente con una spada ornata sull’impugnatura da una testa di donna, in un secondo momento sostituita con la sciabola. Proprio la presenza del garibaldino che accompagna la figura del generale e caratterizza il monumento ferrarese, non è particolarmente diffusa nel panorama nazionale. Casi simili possono riscontrasi nel monumento di Venezia (1887) dello scultore Augusto Benvenuti con un garibaldino posto quasi a guardia del monumento con il fucile a tracolla, oppure a Piacenza (1889), dove Enrico Astorri propose un soldato audace e risoluto che si arrampica sulla roccia e che è ripreso nell’atto del combattimento con il fucile imbrecciato. Infine Guglielmo Micheli realizzò per la città di Udine (1886) una versione con il giovane garibaldino che, collocato ai piedi del basamento, appoggia il piede destro sopra un’asse di legno, probabile residuo di una barricata, mentre con la mano destra solleva una tromba e con la sinistra tiene una bandiera. Archetipi probabilmente conosciuti dal Golfarelli, il quale tuttavia adottò per la sua opera la soluzione di un soggetto ferito, come già da lui stesso proposto in un bozzetto presentato a Bologna nel 1898. Partecipando alla selezione per il monumento felsineo a Garibaldi, lo scultore romagnolo presentò una tipologia compositiva con un giovane garibaldino alla base che cade ferito, mentre sopraggiungono altri compagni armati e un forte vessillifero. La comparazione dei due elaborati fa supporre che il particolare del monumento ferrarese sia una evoluzione di quello bolognese, come dimostrano i diversi studi intervenuti sul volto, sul panneggio dell’abito e sulla sciabola impugnata dal soggetto. Seppur la posizione del garibaldino rimanga pressoché immutata, Golfarelli a distanza di una decina di anni propone un soggetto più maturo, che dalla forte espressività del volto e dall’articolato panneggio della divisa, trasmette il realismo della concitazione e la tensione indotta dalla battaglia che sta affrontando.
Il monumento fu inaugurato il 20 settembre 1907. La data del 4 luglio, originariamente prescelta per lo scoprimento del monumento fu infatti rinviata per le tensioni generate dallo sciopero agrario a inizio estate di quell’anno. Il 4 luglio 2007, in occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, e primo centenario dell’inaugurazione del monumento a lui dedicato, l’opera di Golfarelli è stata sottoposta a restauro.
Monumento a Giuseppe Garibaldi, 1907. Ferrara, Giardini di Viale Cavour.
Paolo Zanfini
Testo tratto da: Silvia Bartoli, Paolo Zanfini, Tullo Golfarelli (1852 - 1928), Minerva Edizioni, 2016. Fonti: BMRBo, Album Golfarelli. Bibliografia: G. MASSOBRIO, L’Italia per Garibaldi, Milano, SugarCo, 1982; L. SCARDINO, Il monumento di Giuseppe Garibaldi a Ferrara una vicenda esemplare, “Atti e Memorie della Deputazione provinciale ferrarese di storia patria”, 30 (1984), 3, pp. 281-296; L. SCARDINO, Scultori bolognesi a Ferrara tra Otto e Novecento, “Il Carrobbio”, 33 (2007), pp. 125-136; Garibaldi. Iconografia tra Italia e Americhe, a cura della FONDAZIONE CASA AMERICA, Cinisello Balsamo, Silvana, 2008, pp. 136-137; A. GHINATO, Scheda n. 7, Monumento a Giuseppe Garibaldi, in Monumenti tricolori. Sculture celebrative e lapidi commemorative del Risorgimento in Emilia e Romagna, a cura di O. PIRACCINI, Bologna, Editrice Compositori, 2012. (Immagini e documenti), pp. 27-28.