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Mai pace!

1881

Schede

Nel 1880 Tullo Golfarelli inoltra domanda al Municipio di Cesena per ottenere un sussidio che gli permetta di recarsi a Napoli, “l’unica città avanzata nell’arte moderna, e dove la valenza di molti artisti d’alta fama richiama ogni giorno il concorso di chi ama il bello dell’arte”. Al ritorno dalla capitale Partenopea, nello studio dello scultore cesenate prende forma il gruppo a grandezza naturale che ritrae due contadine, una a sedere e l’altra in piedi, che stremate dal faticoso lavoro di raccolta della legna, riposano, ma solo per poco tempo, dal faticoso e ingrato lavoro, pur non riuscendo a deviare il pensiero dalla tristissima sorte cui sono condannate, nè a godersi quel breve momento di riposo. Mai pace! Questo il messaggio che può leggersi sul volto delle due donne, tanto esso è dolorosamente espressivo. Un messaggio che ammonisce le due proletarie a scuotersi e ritornare a quel lavoro che uccide e scandisce, ora dopo ora, minuto dopo minuto, ogni attimo della giornata. Golfarelli stesso lo descrive come un “pensiero continuo, insistente, tormentoso che non abbandona un istante l’anima di queste derelitte. Un pensiero unico che dice loro, oggi si è vive, domani chi lo sa? Domani potremo essere ammazzate dall’ingordo villano, perché non gli chiedemmo, ma rubammo un pugno di stecchi per riscaldare i nostri figli”.

L’opera prima di Golfarelli risulta ben studiata e modellata, dimostrando l’ingegno e la fantasia del suo autore. Delle due donne, quella a sedere è di ottima realizzazione, tanto per il sentimento che ispira, quanto per come è realizzata; nella figura in piedi, forse troppo studiata, la posa ostentata, toglie un po’ di pathos alla drammatica espressione della figura. Tradotta in scagliola e presentata alla pubblica esposizione della Società degli Amatori e Cultori delle Belle Arti in Roma del 1882, l’opera di Golfarelli venne subito individuata come un lavoro si intenzione socialista proprio per la sua essenza obiettiva che la porta ad essere un “documento umano”. Su questa opera prima dello scultore romagnolo è indubbia l’influenza delle nuove correnti dettate dall’ambiente artistico e intellettuale napoletano, secondo cui compito dell’artista non era più quello di rifugiarsi nella Metafisica di hegeliana memoria, ma di guardare attentamente e cogliere le cose in se stesse, non importa se belle o brutte. Altrettanto forte e l’influenza del Proximus tuus dello scultore napoletano Achille d’Orsi (1845-1929). Il contadino spossato dalla fatica con lo sguardo perso, accasciato a terra con le gambe divaricate esposto, nel 1880, alla IV Esposizione di Torino, suscita infatti, per il suo provocatorio e innovativo realismo, un fortissimo scalpore e un acceso dibattito estetico ed etico-sociale fra artisti, intellettuali e critici, che probabilmente non lasciò immune neppure Golfarelli. Nel 1884 l’opera venne presentata all’Esposizione generale italiana di Torino, insieme ad un’altra statuetta dal titolo Cantastorie. Golfarelli tornerà ripetutamente a rappresentare il lavoro faticoso dell’operaio della terra come dimostrano i bassorilievi La Fatica e Vecchi amici, Aspettando, la povera contadina di Nei campi, oppure la tragica scena proposta nella rappresentazione di Fulminati!Famiglia contadina. Lo scultore mostra ed evidenzia con indiscutibile chiarezza come lo stato del lavoratore di campagna sia impossibile, attesta la fatica enorme che da questi si esige, mentre il compenso è tale da bastare appena ai mitissimi bisogni animali e talvolta insufficiente anche a togliere la fame. Eppure emerge chiaramente un mondo contadino che non si accascia, dove la stanchezza del lavoro non toglie dignità all’uomo e dove la fisicità, forte e muscolosa, e soprattutto di dignità, non fanno mai pensare alla sconfitta.

Mai Pace!, 1881. Ubicazione sconosciuta.

Paolo Zanfini

Testo tratto da: Silvia Bartoli, Paolo Zanfini, Tullo Golfarelli (1852 - 1928), Minerva Edizioni, 2016. Fonti: BMRBo, Album Golfarelli. Bibliografia:Lo Specchio, giornale amministrativo letterario, II (1881), 24 luglio 1881; SOCIETÀ DEGLI AMATORI E CULTORI DELLE BELLE ARTI IN ROMA, Ricordo della pubblica esposizione del 1882, Roma, Fototipia Danesi, 1882; Esposizione generale italiana in Torino. Divisione I, belle arti, arte contemporanea. Catalogo ufficiale, Torino, Unione tipografico-editrice, 1884, pp. 93, 139; G. STIAVELLI, Tullo Golfarelli, “L’illustrazione per tutti”, Anno III, n. 16 (17 aprile 1887), p. 123; G. MONTANARI, La Società degli Amatori e Cultori delle Belle Arti in Roma, tesi di Dottorato in Storia e Conservazione dell’Oggetto d’Arte e di Architettura, XX ciclo, Università degli Studi di Roma Tre, tutor prof.ssa Barbara Cinelli, A.A. 2005-2007, p. 471.