Schede
L’attività di Golfarelli disegnatore potrebbe definirsi un esercizio di studio ininterrotto. A riprova di ciò sono le annotazioni che lo stesso artista ha tradotto su carta, frutto di spunti, osservazioni percettive, momenti tecnici preparatori e istantanee catturate dalla vita che gli ruota attorno. Emerge chiaramente come anche Golfarelli, nella tradizione dei grandi scultori, attribuisca alla pratica del disegno un valore fondamentale, quasi come se la matita in alcuni momenti possa equipararsi allo scalpello. Egli si applica nel disegno fin da inizio carriera e la sua ampia produzione può ritenersi, nella sua globalità, una quotidiana palestra, una sorta di diario, o piuttosto di zibaldone che anche quando presenta risultati poco riusciti, mantiene viva la carica espressiva e i sentimenti che in essi si vuole infondere. La grafica di Golfarelli non va considerata in antitesi alla produzione scultorea, ma come una fase essenziale del suo processo creativo che ci permette di penetrare nella sua concezione intima creatrice e nella sua invenzione.
I disegni si possono dividere in due gruppi. Il primo appartiene al grande nucleo contenuto nei due album oggi conservati rispettivamente presso la Biblioteca Malatestiana di Cesena e la Biblioteca del Museo del Risorgimento di Bologna. Si tratta di quei disegni di immediatezza fisiognomica nel realismo delle situazioni e di estemporaneità presa dal vero, che talvolta hanno l’immediatezza del bozzetto in creta. La seconda categoria è quella dei disegni sciolti, di elaborazione più articolata e studiata per l’esposizione o la vendita, come sono, ad esempio, gli esemplari conservati presso le Raccolte Piancastelli della Biblioteca Comunale di Forlì, con particolare riferimento al ciclo sull’Inferno della Commedia dantesca, oppure presso le raccolte della Fondazione Cassa dei Risparmio di Bologna o la Casa Pascoli di Castelvecchio-Barga. In particolar modo i disegni presenti negli album costituiscono una testimonianza unica e preziosissima dell’arte dello scultore romagnolo. In una lettera dell’antiquario Ugo Barbieri a Carlo Piancastelli del 15 gennaio 1927, gli album sono descritti come ricchi di impressioni, disegni incollati in modo che non si possa separarli, oltre che un elemento inseparabile che Golfarelli, nonostante la malattia, utilizza per mostrare la sua arte di un tempo a chiunque vada a visitarlo. Si tratta di schizzi grafici, talvolta arricchiti da didascalie, pochissime volte datati e localizzati, anche se spesso accostabili a momenti precisi dell’esistenza dell’autore, e disgraziatamente incollati senza ordine. Una grafia articolata, all’inizio molto carica e descrittiva e poi moderatamente sciolta, nervosa, essenziale. Oltre mille disegni e schizzi eseguiti con tecniche diversissime: dalla matita alla penna, alla sanguigna, al carboncino, all’acquerello e al pastello, ma anche disegni preparatori per le incisioni, con quei tratteggi accurati, degni di “una produzione acquafortista, iniziata in avanzata età, numerosa e di un certo livello”. Varia nelle tematiche quanto diversificata nei caratteri stilistici, la produzione grafica di Golfarelli ci appare nel suo complesso quale un aspetto essenziale e integrante della sua opera, anche se rimane ancora un campo aperto di ricerca, con tanti aspetti da chiarire e da approfondire anche per quanto concerne il rapporto tra ideazione grafica e opera plastica. Di questo ampio ed in gran parte inesplorato campo artistico di Golfarelli presentiamo i disegni dedicati all’Inferno di Dante, conservati nella Biblioteca Piancastelli di Forlì.
Paolo Zanfini
Testo tratto da: Silvia Bartoli, Paolo Zanfini, Tullo Golfarelli (1852 - 1928), Minerva Edizioni, 2016. Fonti: BCF, Fondo Piancastelli, Carte Romagna, busta 588, n. 297; BCM, Disegni estemporanei tolti dal vero dallo scultore Tullo Golfarelli. Bibliografia: L. SERVOLINI, Dizionario illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei, Milano, Görlich, 1955, p. 393; R. PIERI, Lo scultore Golfarelli fra il Pascoli e il Carducci, catalogo della mostra di Cesena, Galleria comunale d’arte Palazzo del Ridotto (4–26 febbraio 1989), Cesena, Wafra, 1989. (Edizioni della Pinacoteca Comunale di Cesena, 4), pp. 39-60.