Schede
L’Albo a memoria dell'augusta presenza di Nostro Signore Pio IX in Bologna l'estate dell'anno 1857 fu realizzato in occasione del soggiorno di Pio IX a Bologna, svoltosi nell’ambito del lungo viaggio che il Pontefice compì nelle provincie settentrionali dello Stato Pontificio dal 4 maggio al 5 settembre 1857.
Il viaggio inizialmente prevedeva soltanto una tappa al santuario di Loreto e un’altra eventuale a Senigallia (città natale del Papa), ma Pio IX volle estenderlo a molte altre città, delle Marche e soprattutto alle Romagne. In quelle regioni il governo pontificio era largamente screditato, e quindi era più urgente rafforzarne la popolarità e al tempo stesso esibirla, con un’efficace azione propagandistica, all’opinione pubblica italiana e straniera.
Così si fece di tutto per impedire che durante la visita emergessero proteste e lagnanze, mentre furono incoraggiati gli atti di omaggio e di devozione da parte delle diverse città. In quest’ambito rientra anche la pubblicazione dell’Albo, che in realtà venne ultimato alcuni mesi dopo l’evento e che quindi, oltre ad illustrare i luoghi visitati da Pio IX, racconta anche le grandiose celebrazioni organizzate per il suo solenne ingresso nella città felsinea, il 9 giugno 1857. Fu stampato a Bologna presso la Tipografia governativa della Volpe e del Sassi, 1858.
La visita al Cimitero della Certosa, avvenuta 10 giorni dopo, costituì una tappa fondamentale del soggiorno bolognese. Nel corso dei decenni, il Cimitero era divenuto “come un campo in cui, animati da nobile gara, discendono architetti e scultori a dar prove del loro valore”, a tal punto da costituire uno dei “più magnifici e splendidi monumenti” di Bologna, meta privilegiata di turisti e viaggiatori. Inoltre, in esso la pietà verso Dio trovava un punto di sintesi con quella verso i familiari e verso la propria città; il sentimento religioso si coniugava naturalmente con gli affetti familiari e con l’orgoglio municipale. Così il Pontefice non si limitò a ammirare “la bella disposizione dei separati recinti, ed i supremi monumenti”, né a pregare all’interno della Chiesa ma, uscitone e tornato nel Cimitero, “innanzi la Grande Cappella del Crocefisso” pregò per i morti “benedicendo alle ceneri dei fedeli, che quivi giacciono”.
Analogamente, nella litografia illustrativa dell’Albo il chiostro del Cimitero - con un’arcata in primo piano - si compone armonicamente con le architetture sacre: la Chiesa di San Girolamo, la Cappella dei Suffragi il Santuario di San Luca; così nella descrizione sono privilegiate le sculture rispetto alle tombe dipinte.
Otello Sangiorgi
Testo tratto da: R. Martorelli (a cura di), 'La Certosa di Bologna - Un libro aperto sulla storia', catalogo della mostra, Tipografia Moderna, Bologna, 2009.