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Vergato, (BO)

1919 | 1943

Insediamento

Schede

Il 16 novembre 1919, nelle elezioni politiche, i suffragi al PSI su scala comunale risultarono la maggioranza dei voti validi. Nelle elezioni amministrative dell'autunno 1920, fu invece la lista del Partito Popolare che conquistò la maggioranza, così come in altri sei comuni della montagna bolognese. Scatenatosi lo squadrismo. Vergato fu occupato una domenica del marzo 1921 dai fascisti e il fatto suscitò uno scontro con un gruppo di lavoratori di sinistra.
Il 21 aprile 1921 nella frazione di Riola "di ritorno da Camugnano i fascisti entrano nei locali del Circolo, bruciando e devastando i mobili" (Fascismo, 286).
La sera del 17 maggio successivo fu compiuto un attentato contro l'abitazione del segretario del fascio di Vergato e, in seguito, vennero arrestati una quarantina di antifascisti, in larga parte anarco-sindacalisti e, con loro, Arturo Colombi (classe 1900), immigrato da Massa Carrara nel 1909, muratore, segretario della Lega muratori dal 1919 e segretario della sezione comunista locale nel 1921 (Dizionario). Ventidue furono denunciati con l'accusa di complotto e attentato dinamitardo; dodici di loro - compreso Colombi - incarcerati, furono poi assolti nel dicembre a conclusione dell'istruttoria. Gli anarco-sindacalisti, propensi a dare vita a un gruppo di "Arditi del popolo", furono convinti a confluire nell'organizzazione comunista.
Seguirono altri scontri fra comunisti e fascisti. Uno dei maggiori avvenne in località Pioppe di Salvaro il 1° maggio 1922, nel corso del quale i comunisti, visto il pericolo di essere sopraffatti, strapparono i moschetti dalle mani dei carabinieri e i bastoni dalle mani dei fascisti respingendo l'attacco.
Durante gli anni del regime fascista, Colombi - che nel frattempo era emigrato in Francia nel 1923 e dal 1931 era divenuto responsabile del centro interno del PCI - nel 1933 venne arrestato a Genova, nel corso di un viaggio clandestino in Italia, e nel luglio 1934 venne processato dal TS e condannato a 18 anni di carcere. Dopo aver scontato 7 anni e 6 mesi di pena, tradotto a Bologna nell'aprile del 1941, venne condannato a 5 anni di confino e relegato nell'isola di Ventotene. Altri due nativi di Vergato subirono condanne al confino di polizia per atti d'opposizione (Confinati).
Quando in Spagna scoppiò la rivolta capeggiata dal generale Francisco Franco, due vergatesi parteciparono nelle file degli antifascisti internazionali in difesa di quella repubblica: Augusto Mezzini e Giuseppe Melli. Mezzini (classe 1911), socialista, passato in Belgio, poi in terra iberica per un anno dall'ottobre 1936 e, in seguito, ritornato in Belgio, venne arrestato e deportato a Mauthausen. Melli (classe 1911), autista, emigrato in Belgio nel 1928, comunista, militò in terra iberica dal settembre 1936 al febbraio 1939. Fu internato in un campo di concentramento in Francia e quando rientrò a Bologna nel settembre 1941 fu detenuto in carcere fino all'8 settembre 1943, quindi divenne partigiano nella 36" Brigata "Garibaldi" (Dizionario).