Schede
Già da fine XIX secolo stazione sanitaria, l’isola dell’Asinara, in Sardegna, nel dicembre 1915 cominciò ad accogliere i prigionieri Austro-Ungarici, provenienti dall’Albania al seguito dell’esercito serbo in ritirata. La durezza della marcia, che in tre settimane portò i prigionieri dall'interno della regione balcanica fin sulle coste dell’Albania, la carenza di cibo, la mancanza di una qualsiasi forma di igiene, favorirono lo sviluppo di molte malattie, fra cui il colera: in questa marcia persero la vita circa 40.000 soldati Austro-Ungarici. Destinati in Francia, i prigionieri, su richiesta italiana, a scaglioni, furono portati via mare all’Asinara. In poco tempo sull’isola ne arrivarono oltre 20.000, ospitati in tende, in campi improvvisati. Quando nel luglio 1916 gli ultimi prigionieri lasciarono l’isola con destinazione la Francia, lasciarono circa 7.000 morti, non solo di colera, sepolti in fosse comuni.
L’isola però funzionò anche come luogo di cura ed isolamento per i soldati italiani che, sempre di stanza in Albania, si ammalarono di colera.
In questo contesto si innesta la storia dei soldati bolognesi della Brigata Savona, deceduti durante la navigazione sulla nave ospedale “Re d'Italia” prima di giungere sull'isola.
“27 febbraio 1916: giunge all’Asinara, da Durazzo, la nave ospedale Re d’Italia con 390 militari italiani, 16 militari di marina, 6 austriaci, 11 serbi; totale 423. Inoltre, durante la traversata erano morti quattro soldati italiani; totale 427. I quattro cadaveri furono seppelliti.” (Ferrari, pag. 103)
“Perché i cadaveri dei soldati italiani fossero nettamente distinti da quelli dei prigionieri, fu costruito un cimitero presso la vecchia fornace di calce a Campo Perdu e si chiamò Cimitero Italiano. Esso fu recinto da un muro con cancello e fra i vari monumentini, che l’affetto dei commilitoni innalzò ai morti, si eleva la statua del Redentore.” (Ferrari, pag. 291)
Oggi, a domande precise, nessuno sull'isola ha saputo confermare se le fosse e le tombe contengono ancora i resti dei caduti. Lo stato di trascuratezza in cui versa questo Cimitero Italiano fa pensare comunque ad un totale abbandono.
I soldati austro-ungarici deceduti sull'isola furono interrati in fosse comuni e riesumati negli anni '30 del 1900 quando venne costruito un ossario a loro destinato.
Nel corso della Seconda guerra mondiale l'Asinara continuò a funzionare come campo di prigionia, e fu carcere di massima sicurezza della Repubblica italiana sino al 1998.
Sanzio Campanini
Bibliografia: G.C.Ferrari, Relazione del campo di prigionieri colerosi all'isola dell'Asinara nel 1915-16: guerra italo-austriaca, Roma, Provveditorato generale dello Stato 1929; L. Gorgolini, I dannati dell'Asinara : l'odissea dei prigionieri austro-ungarici nella Prima guerra mondiale, Torino, UTET 2011; Vita e morte dei prigionieri austro-ungarici sull'isola dell'Asinara (1915-1916): un progetto di ricerca tra biologia, medicina e archeologia, a cura di E. Ughi e S. Rubino, Sassari 2015
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