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Castellaccio

Via Castellaccio

Strada

Schede

Da via Azzo Gardino, all'altezza di Largo Caduti del Lavoro, ritorna in via Azzo Gardino.
Prima documentazione dell'odonimo: 1830 circa (Castellazzo).

Oggi via Castellaccio comprende due tratti di strada. Uno da est a ovest che in passato era parte dell’antico Borgo Rondone (oggi via del Rondone). L'altro da sud a nord era propriamente la via detta Castellazzo.
Con la riforma nel 1873/78 il Castellazzo divenne via Castellaccio e all'inizio del XX secolo comprese il tratto orientale dell'antico Borgo Rondone.
Castellazzo è odonimo recente, nominato per la prima all’inizio del XIX secolo.
Nei secoli XVII e XVIII la via era chiamata Rebecca, nome derivato da un ancor più antico Durbecco, documentato nei secoli XIII e XIV.
Non è nota l’origine dell’odonimo Durbecco, per quanto diffuso nella toponomastica medievale emiliana e romagnola.

Castellazzo era il nome con cui erano conosciuti l'area e/o gli edifici circondati dal muro dell'ex convento delle Monache Minori Osservanti, dette Cappuccine. Le monache furono allontanate dal convento durante il periodo napoleonico, ed il convento venduto ad Antonio Aldini nel 1813. La chiesa del convento, affacciata su via delle Lame, inizialmente dedicata a Santa Chiara, venne trasformata in parrocchia nel 1808 assumendo il titolo dei santi Giacomo e Filippo, ed è tuttora esistente.


Il muro dello scomparso convento confinava il lato occidentale di via Castellaccio da via Azzo Gardino a via del Rondone.

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