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Calderara di Reno, (BO)

1943 | 1945

Insediamento

Schede

Il Comune di Calderara e' nella pianura bolognese a sinistra del Reno e il suo territorio, in passato esclusivamente agricolo, si è riempito, dalla meta' del '900, di insediamenti industriali ed artigianali.

Il Comune, fondato sotto il governo Napoleonico nel 1802, col nome di "San Vitale e Calderara", nel Cantone di Bologna, Distretto del Reno elesse il primo Sindaco, Agostino Carpi.
Pochi anni dopo i due Comuni di Longara e Sacerno furono aggregati a Calderara.

Notevoli opere del '900 sono l’attuale Teatro Spazio Reno (ex Casa del Fascio), l'Acquedotto Renano, la Chiesa Parrocchiale di Calderara, alcuni edifici scolastici, i monumenti ai Caduti della Guerra del 1915-18 (un bronzo del Prof. Borghesiani inaugurato nel 1926) e quello alla Resistenza di Nicola Zamboni e allievi).

Dopo il 25 luglio 1943 i braccianti e i contadini manifestarono contro il fascismo e per la pace. Il 9 settembre, nelle zone limitrofe all’aeroporto di Borgo Panigale, al Lippo e a San Vitale, i calderaresi fornirono abiti civili agli avieri in fuga.
Un gruppo di giovani del luogo raccolsero le armi che in seguito furono consegnate ai partigiani, organizzatisi sotto la guida di vecchi antifascisti. Anche a Calderara venne aperto l’ammasso del grano.
Il 3 febbraio 1944 i partigiani fecero saltare i binari ferroviari nei pressi di Lavino di Sotto, il 2 marzo, in concomitanza con lo sciopero generale del nord Italia, numerose donne, scortate dai partigiani, manifestarono, così come fecero l’8 marzo quando i fascisti intervennero maltrattando e arrestando alcune donne.
La notte del 3 aprile 1944 furono lanciati lungo le strade delle frazioni di Longara e San Vitale volantini contro i nazisti e i fascisti. Umberto Armaroli (1913), operaio e organizzatore dei primi gruppi partigiani locali fu arrestato e lungamente torturato e, il 7 aprile, morì gettandosi dalla finestra della caserma.
Il 2 maggio si verificò la prima incursione aerea alleata sul territorio comunale che causò la morte di 28 persone di età fra i sei mesi e i 66 anni, compresa un’intera famiglia contadina (Famiglia Pirani). Nel giugno 1944 si costituì un distaccamento GAP con prima base a Sacerno, e un gappista il 7 giugno, fece esplodere nel capoluogo un ordigno nell’atrio della Casa del Fasio.
Nei primi giorni di luglio si costituì un Battaglione SAP e il 15 luglio una squadra SAP, nell’ambito di azioni di sabotaggio, colpì una trebbiatrice nella rimessa del Commissario Prefettizio, in località Bargellino.
Il 24 luglio, in un’azione simile, rimase ferito Rinaldo Veronesi che, ricoverato e piantonato all’ospedale di San Giovanni in Persiceto, venne poi liberato dai partigiani.
Il 16 agosto una squadra di resistenti sulla via Persicetana fece prigioniero il Colonnello Zambonelli, comandante della GNR. Venne proposto uno scambio con alcuni partigiani di Molinella detenuti, ma la richiesta non venne accolta e i partigiani furono fucilati due giorni dopo alla Montagnola di Bologna.
Il 12 aprile 1945, a Calderara, si svolse una manifestazione a cui parteciparono 100 donne che chiedevano la distribuzione di generi alimentari. I partigiani della 63esima “Bolero” dalla notte del 19 aprile entrarono in attività per affrettare la liberazione.
Il 21 aprile 1945, giorno della Liberazione, nella Residenza municipale colpita dalle artiglierie Anglo-americane, il CNL e i partigiani reintegrarono nella sua carica il vecchio Sindaco Giuseppe Bassi.
Dopo le elezioni amministrative del 1946 venne riconfermato Sindaco Giuseppe Bassi, che aveva aderito al PCI. Nel Referendum del 2 giugno la Repubblica ottenne l’89,72 % dei voti.

Il Comune di Calderara di Reno, con Decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, è stato decorato con Croce di Guerra al Valor Militare. La cerimonia di consegna è avvenuta il 28 maggio 2005 a Zola Predosa.
“Calderara di Reno – Comune agricolo di tradizioni antifasciste, offerse asilo e protezione a numerosi perseguitati politici durante la dittatura. Dopo l’8 settembre 1943, non esitò a scegliere l’opposizione armata contro l’invasore tedesco, dando un considerevole contributo alla costituzione delle formazioni partigiane della zona. Ogni casa colonica divenne punto di sicuro riferimento, grazie anche al notevole apporto delle donne nel rischioso incarico di garantire vitto, informazioni, armi e munizioni alle forze combattenti. Più volte i piani tedeschi di edificazione di opere di difesa nel suo territorio vennero ostacolati e interrotti, malgrado che molti dei suoi cittadini subissero perciò arresti, processi e deportazioni. Più volte la razzia del bestiame e del grano venne impedita dalla coraggiosa sollevazione di tutta la popolazione. Per l’elevato numero di patrioti, per le perdite umane ed i gravi danni sofferti, Calderara di Reno pagò un elevato tributo alla Liberazione. – Calderara di Reno, 8 settembre 1943 – aprile 1945. (Gazzetta Ufficiale n. 282 del 2/12/1994)