Schede
Giuseppe Michelini (1873 - 1951) sposò Ines Sarti (1883 - 1957) il 13 febbraio 1904. Lei, più giovane di lui di una decina d’anni, apparteneva alla sua stessa classe sociale: il padre Alessandro era infatti un ricchissimo possidente terriero di San Gabriele di Baricella. Era talmente abbiente che divenne proprietario della villa Aldrovandi Mazzacorati, una delle più belle residenze nobiliari che sorgono sulle prime colline bolognesi. E lì che la famiglia “allargata” passava la maggior parte del tempo tra la primavera e l’estate per sfuggire alle già allora torride estati cittadine. Il nostro Michelini si adattò in breve tempo a vivere nella splendida casa dei suoceri: si era ricavato uno spazio per un vasto studio dove poteva dedicarsi alla sua passione per la fotografia e anche per coltivare nelle grandi serre la frutta che avrebbe poi usato per distillare personalmente grappe e brandy di sua produzione.
L’aspetto che più colpisce è che sia Pompeo Michelini (1832 - 1909) -padre di Giuseppe- sia Alessandro Sarti -padre di Ines- pur dovendo le loro ricchezze alla terra e pur non trascurando la cura delle medesime nemmeno per un attimo, avevano deciso, per così dire, di “inurbarsi”, di vivere cioè in città. Probabilmente per una sorta di complesso di inferiorità nei confronti di chi avrebbe potuto ritenerli in qualche modo dei parvenu. Di coloro che pur invidiando i loro patrimoni, li ritenevano borghesi di serie B. Entrambi non particolarmente colti, conservatori, chiusi nella loro vecchia idea ottocentesca di società perbene. Infine, da ciò che emerge dalle pochissime testimonianze scritte giunte fino a noi, i due “patriarchi” si odiavano cordialmente: Pompeo nella sua agenda del 1906 (6 novembre) definisce Alessandro “lo Czar sig. Sarti”. Evidentemente, il padre di Ines faceva valere la sua autorevolezza e la sua influenza anche nella nuova famiglia che la figlia si era creata e Pompeo “mordeva il freno” nel vedere che Giuseppe, per quieto vivere, preferiva abbozzare. Al di là di queste considerazioni, tuttavia, tutti i componenti della famiglia ebbero spazio nella narrazione per immagini che Michelini realizzò nel corso di tre lustri, dal 1902 (anno del fidanzamento con Ines) all’inizio della Prima Guerra Mondiale. Non stiamo dunque parlando di sua moglie e dei suoi figli, ma proprio dei suoceri, del cognato, degli zii e dei cugini, tutti coinvolti nella sua autobiografia fotografica e quasi simili ai componenti di un “clan”. Tutti insieme, come già ricordato, si ritrovavano in villa e si dedicavano ai loro modesti svaghi: il tempo trascorreva tra passeggiate e conversazioni, giochi di società o diporti come le bocce o il tamburello. La sera si ascoltava musica o si ballava.
Che dire poi delle vacanze fuori città, nella villa di campagna di Crevalcore o nelle più lontane località turistiche alla moda? A Sestri Levante, ad esempio, la giovane Natalia -così somigliante alla cugina Ines da essere quasi scambiata per lei- è più volte ripresa insieme a Sandrino e a Giulietta, i figli di Giuseppe. Giovane e bella, voga in barca, gioca, posa. Le gite in montagna, nei pressi di Sestola, sono testimoniate da numerose fotografie dove Giannino compare molto spesso. A Molinella, dove evidentemente i Sarti possedevano alcune risaie è insieme allo zio Adolfo, al fattore e alle mondine. Partecipa alle escursioni in automobile, posa nel vasto giardino della villa in collina e in divisa militare, ormai giovanotto. Le coppie e i gruppi appaiono sciolti e spontanei davanti al fotografo, sicuri del loro benessere. E quasi non volessero essere separati neppure da morti, i Sarti ritratti da Giuseppe, sono tutti sepolti nella stessa cappella di famiglia nel cimitero della Certosa di Bologna. In una semplice tomba –ormai abbandonata a causa della mancanza di eredi- riposano Alessandro, la moglie Adele Peretti, Umberto e Adolfo (i fratelli di Alessandro) con le consorti e i più giovani Natalia e Giovanni, rispettivamente cugina e fratello di Ines, che invece è sepolta nella tomba Michelini nel chiostro X portico nord.
La morte avrebbe colto la bella Natalia nel 1919, a soli ventisei anni e per una broncopolmonite che oggi sarebbe curabile con un semplice antibiotico. I genitori, dei quali era l’unica figlia, le sopravvissero inconsolabili per molti anni. Prematuramente se ne andò anche Pio Leo detto Giovanni, ovvero Giannino. Assai più giovane di Ines, scomparve nel 1947, dieci anni prima della sorella. Certamente i Sarti e i Michelini mai avrebbero immaginato –allora- di essere i protagonisti di una storia e di un tempo irripetibili che scomparvero con la Prima Guerra Mondiale. La cappella Sarti si trova nel chiostro VIII portico sud.
La raccolta fotografica di Giuseppe Michelini è interamente consultabile sul sito della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
Daniela Schiavina
In collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna