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Il mistero dei Bollettini del Comando Supremo Italiano

Politico 29 ottobre 1917

Schede

I cittadini più mattinieri che il 29 ottobre 1917 si avvicinarono ai chioschi dei giornali, rimasero di sasso nel leggere il consueto bollettino Cadorna stilato il pomeriggio del giorno precedente:
"La mancata resistenza di riparti della II° Armata vilmente ritiratisi senza combattere, o ignominiosamente arresisi al nemico, ha permesso alle forze austro germaniche di rompere la nostra ala sinistra sulla fronte Giulia. Gli sforzi valorosi delle altre truppe non sono riusciti ad impedire all'avversario di penetrare nel sacro suolo della Patria. La nostra linea si ripiega secondo il piano stabilito. I magazzini ed i depositi dei paesi sgombrati sono stati distrutti. Il valore dimostrato dai nostri soldati in tante memorabili battaglie combattute e vinte durante due anni e mezzo di guerra, dà affidamento al Comando Supremo che anche questa volta l'esercito, al quale sono affidati l'onore e la salvezza del Paese, saprà compiere il suo dovere."
Poco dopo i giornali che riportavano il comunicato Cadorna furono sequestrati e sostituiti da nuove edizioni nelle quali il bollettino era stato addolcito nella sua prima parte come segue:
"La violenza dell'attacco e la deficiente resistenza di alcuni riparti della II° Armata hanno permesso……ecc.ecc." l'ordine era venuto dal Presidente del Consiglio On. Orlando, non tanto per amore della verità, che nessuno conosceva perché dal fronte giungevano sempre notizie filtrate dalla censura, quanto per una generica fiducia nella tecnica di appianamento tesa a smussare i problemi, che aveva consigliato di trasformare in deficiente la mancata resistenza della II° Armata. Tuttavia le copie dei giornali all'estero erano già pervenute, l'unico ad essere conosciuto fu perciò il testo non edulcorato. Ma un'altra stesura, ben più velenosa fu messa misteriosamente in circolazione la sera stessa e apparve nelle edizioni di alcuni giornali della provincia o fu fatta circolare, ciclostilata, di mano in mano:
"Per la forte pressione dell'avversario, ma più ancora per l'ignobile tradimento di alcuni reparti della II° Armata e più precisamente delle brigate Roma, Pesaro, Foggia e Elba, il nemico ha potuto invadere il sacro suolo della Patria. Che Dio e la Patria li maledicano e il fango e la vergogna li coprano in eterno". A seconda delle città e delle edizioni cambiavano nel bollettino apocrifo i nomi delle brigate incriminate, restando inalterato il tono. Servì a qualcosa questo misterioso testo, che ancora oggi non si sa come pervenne alla stampa e come fu fatto circolare? A prima vista viene da pensare che qualcuno volesse far cadere Cadorna ancora più in basso nella stima dell'opinione pubblica di quanto ci fosse finito da solo, ma le parole in esso contenute offrirono agli italiani una lettura facile e fuorviante: Tradimento!, ecco il vero motivo del disastro, un branco di rinnegati aveva attuato lo sciopero militare, non aveva combattuto o si era dato prigioniero. Se le vere cause fossero state pubblicizzate, poteva farsi strada l'idea che il disastro era irreparabile: incapacità dei Comandi, errori marchiani nel valutare la reale situazione creatasi, disubbidienze, scarsa preparazione professionale, mancanza di addestramento delle truppe a nuove tattiche di guerra. Questo è ciò che la Commissione sui fatti di Caporetto ebbe poi modo di accertare. Meglio catalizzare l'attenzione del paese sulla parola "Tradimento!" , in fondo bastava solo eliminare chi aveva tradito per risolvere la situazione. Gli unici a non essere contenti di questa spiegazione furono proprio gli austro germanici: bisognava che gli italiani per perdersi d'animo del tutto e chiedere l'armistizio sapessero che non dei traditori ma degli imbecilli avevano portato la rovina. Il giorno 30 ottobre, lanciati da aerei sulle colonne in ritirata e sulle piazze di molte città italiane, piovvero dei volantini:
"Italiani, il comunicato del 28 ottobre del gen. Cadorna vi avrà aperto gli occhi sull'enorme catastrofe che ha colpito il vostro esercito. In questo momento così grave per la vostra nazione, il vostro generalissimo ricorre ad uno strano espediente per scusare lo sfacelo. Egli ha l'audacia di accusare il vostro esercito…….. Questa è la ricompensa al vostro valore……" Anche i bollettini di guerra austriaci e germanici, si guardarono bene dall'insinuare il sospetto che la vittoria fosse stata ottenuta a buon mercato. Il 25 ottobre quello austriaco dichiarava che il nemico si era difeso strenuamente e quello germanico che la resistenza era stata piegata in aspri corpo a corpo.
Chi fece circolare la terza versione del bollettino del 29 ottobre 1917, non firmata ma recepita come vera dalla popolazione italiana, è rimasto nell'ombra.
Tra le carte del Fondo Folli, presso il Museo del civico Risorgimento di Bologna, è stata rinvenuta proprio una di queste versioni scritta a mano e, naturalmente, non firmata.
Paolo Antolini



Museo Civico del Risorgimento di Bologna