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Il Manifesto di Benedetto Croce

1 Maggio 1925

Schede

Il 29 e 30 marzo 1925 si tenne a Bologna il Convegno per la cultura fascista per dare al regime un «complesso dottrinale» e indicare le linee culturali lungo le quali avrebbero dovuto muoversi gli intellettuali.
Aderirono professori universitari e uomini politici bolognesi. Tra i primi: Widar Cesarini Sforza, Angelo Coppola, Pericle Ducati, Fabio Frassetto, Pier Silverio Leicht, Quirino Majorana, Salvatore Pincherle, Vittorio Puntoni, Corrado Ricci, Pasquale Sfameni. Tra i politici: Leandro Arpinati, Dino Grandi, Ivo Luminasi, Angelo Manaresi e Sebastiano Sani. Al termine fu approvato il «Manifesto degli Intellettuali del Fascismo», reso noto il 21 aprile 1925.
Benedetto Croce redasse un manifesto in polemica con quello del regime, nel quale si condannava la dittatura e si esaltavano i valori della libertà.
Apparve - con il titolo "Una risposta di scrittori, professionisti e pubblicisti italiani, al manifesto degli intellettuali fascisti" - sul quotidiano “Il Mondo” l’1 maggio 1925, firmato da numerosi intellettuali. Seguirono altri elenchi di firme il 10 e il 22 maggio 1925.
A Bologna, su iniziativa di Rodolfo Mondolfo, fu firmato dai seguenti docenti universitari: Pietro Albertoni, Costantino Bresciani Turroni, Vincenzo De Bartholomaeis, Alfredo Galletti, Arturo Carlo Jemolo, Mondolfo, Bartolo Nigrisoli, Silvio Perozzi, Arturo Solari, Giuseppe Tarozzi e Piero Toldo. Lo firmarono altri intellettuali, tra i quali Alessandro Cagli e Aldobrandino Malvezzi de’ Medici. [O]