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Il generale Terziani rifiuta le armi ai "borghesi". Sporadici tentativi di resistenza nelle caserme

8 Settembre 1943

Schede

Nella serata dell'8 settembre, dopo il proclama di Badoglio, una delegazione del Comitato antifascista bolognese, formata dal socialista Carmine Mancinelli e dall'azionista Ettore Trombetti, si incontra con il comandante della difesa territoriale generale Alberto Terziani, presso il Comando del Corpo d'Armata in via del Cestello, per concordare un'azione comune tra esercito e popolazione contro i nazifascisti.
Il generale oppone un netto rifiuto alla consegna di armi ai "borghesi", considerandola una proposta poco seria. Dopo avere atteso invano ordini da Roma, finirà per arrendersi al tenente Theo Kenda, comandante tedesco.
Come in altre città d'Italia, alla notizia dell'armistizio gli ufficiali superiori si mettono in borghese e fuggono, i soldati e gli ufficiali di grado inferiore rimangono consegnati nelle caserme in attesa di ordini. Un'iniziale azione di resistenza ai tedeschi si ha nella caserma di via Santa Margherita, dove la mattina del 9 settembre vengono distribuite le armi ai soldati. Dopo la dispersione della truppa, esse saranno nascoste nella vicina chiesa di San Salvatore. Altri tentativi di opposizione avvengono nelle caserme del 6° Bersaglieri, della cavalleria, del 3° Reggimento artiglieria e del 35° fanteria, oltre che in quella dei carabinieri di piazza dei Tribunali. Sfruttando l'elemento sorpresa, militanti comunisti riescono a sottrarre armi al controllo tedesco, ad esempio dalla polveriera posta sul colle della Guardia.
Intanto nella stazione bombardata cominciano a transitare treni carichi di soldati italiani destinati alla deportazione in Germania.

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