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Il Comitato Centrale Nazionalista, riunito a Roma il 5 marzo, approva la fusione con il partito fascista.
Il 2 marzo erano convenute a Bologna le sezioni dell'Emilia-Romagna.
L'avv. Giorgio Ghigi aveva salutato la fusione come un fatto compiuto cui dare esecuzione "con perfetta e scrupolosa lealtà".
I nazionalisti bolognesi Luigi Federzoni e Maurizio Maraviglia saranno nominati membri del Gran Consiglio del Fascismo.
Mussolini definirà l'unione coi nazionalisti "un matrimonio di convenienza" per motivi politici.