Salta al contenuto principale Skip to footer content

Amedeo Mengoli, partigiano della Stella Rossa

Schede

La notte del 29 settembre, quando iniziò il massacro di Marzabotto, io ero di pattuglia con la squadra sopra la galleria della ferrovia Quercia e sentimmo gli spari che venivano da Cadotto. Non sapevamo che il nostro comando era stato attaccato e che il Lupo era morto, però intuimmo che si trattava di una grande operazione. Ci spostammo verso monte Caprara dove incontrammo Karaton e la compagnia dei sovietici e sostenemmo parecchi combattimenti fino verso sera. Poi andammo a monte Sole dove trovammo il battaglione di Otello Musolesi e restammo in formazione tutto il giorno.
La notte scendemmo verso monte Salvaro e cominciammo a vedere dei partigiani feriti, fra i quali Gianni Rossi, vice comandante della brigata, che era fortunatamente uscito vivo dal combattimento di Cadotto dove il Lupo aveva trovato la morte. Trovammo anche dei civili morti. Su tutta la zona infuriava ormai la feroce rappresaglia di Reder.
Poi attraversammo il fronte nella zona di Ca’ dei Veneziani e villa Elvira, in direzione di Monzuno, e a Ca’ Barbieri incontrammo le prime pattuglie americane. Subito ci disarmarono, ma poi, quando seppero chi eravamo, ci lasciarono liberi chiedendo in seguito anche la nostra collaborazione nelle operazioni al fronte.

Luciano Bergonzini, "La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti", vol. V, Istituto per la Storia di Bologna, Bologna, 1980
[RB5]
Note
2