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Adunata dei Fasci emiliani. Discorso di Mussolini al Teatro Comunale

3 Aprile 1921

Schede

Prima adunata a Bologna dei Fasci dell'Emilia e della Romagna.
Un "mare di folla plaudente, contadini scesi da Monzuno, da Crevalcore, da Budrio e dal Sasso, arditi, ex combattenti, mondariso, ragazzi delle scuole, in un clima di ardente entusiasmo" accoglie Mussolini in bombetta su una Torpedo guidata da Arpinati, "col braccio alzato nel saluto romano".
Un imponente corteo, con oltre ventimila bandiere e gagliardetti sventolanti, lo accompagna in piazza Vittorio Emanuele II. Il 3 aprile il futuro Duce pronuncia un discorso al Teatro Comunale, presentato da Dino Grandi ("è lui l'animatore, l'intrepido, l'indomito"). Alla presenza della vedove di Cesare Battisti, Giacomo Venezian e Giulio Giordani, assassinato nel corso dell'eccidio del novembre 1920 in palazzo d'Accursio, Mussolini ricorda la nascita del fascismo, contrappone al Primo maggio socialista il 21 aprile fascista, data del Natale di Roma, ridicolizza gli esponenti moderati del socialismo bolognese, citando Bucco, Zanardi e Bentini.
Durante Il Congresso emiliano dei Fasci è approvato l'ordine del giorno di Baroncini e Gattelli che tutela la proprietà privata, ma la condiziona all'etica del lavoro. Sull' "Assalto" Baroncini prevede l'esproprio dei proprietari che vivono esclusivamente di rendita, mentre promette la salvaguardia dei "piccoli proprietari coscienziosi".
Grandi e Baroncini saranno eletti al Comitato regionale dei Fasci, mentre Arpinati accederà al Comitato centrale. Il bagno di folla nella "roccaforte fascista d'Italia" impressiona Mussolini e gli fa prendere atto della forza del fascismo emiliano: una forza che il comitato milanese deve cercare di governare per non esserne scavalcato (Dalla Casa).

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