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Società Francesco Francia

1894 | oggi

Schede

Il 21 gennaio 1894, dopo un anno di incontri privati, su iniziativa di un gruppo di artisti, venne fondata a Bologna, una società intitolata a Francesco Raibolini detto il Francia, con il preciso scopo di «fare qualcosa che fosse di utile ai pittori e scultori qui residenti, e all’arte bolognese in ispecie». La società, presieduta dal conte Francesco Cavazza, si impose rapidamente all’attenzione pubblica, raggiungendo in soli due anni oltre 200 soci, di cui una cinquantina artisti. La Bologna artistica del tempo, rimasta orfana della Società promotrice di Belle Arti in Bologna, scioltasi nel 1888, trovò nella “Francia” una attivissima promotrice di incontri e mostre, che annualmente avevano il momento culminante nell’Esposizione provinciale di Belle Arti, fin dalla prima edizione, organizzata nel 1895, seguite da un largo pubblico. «Non è a dire del successo veramente felicissimo che incontrò la Mostra; essa apportò un salutare risveglio all’arte; e il pubblico quasi incredulo che a Bologna vi fossero ancora degli artisti, dovette riconoscerne il merito e la potenza. Più splendido risultato non si poteva ottenere se si consideri che in una Mostra modesta e senza pretese furono acquistate più di un quarto delle opere esposte, per un valore complessivo di lire 8.510».

Il primo consiglio direttivo della società nel 1894, votato da 100 azionisti su 160, annoverava alcuni dei più prestigiosi notabili locali: oltre al presidente Francesco Cavazza, Enrico Pini (vice presidente), il pittore Raffaele Faccioli (segretario), Francesco Stagni (cassiere-economo), lo scultore Ettore Sabbioni, Procolo Isolani, Paolo Bedini, Enrico Panzacchi, Tito Azzolini, Mario Mattei Venturoli, Adolfo Merlani (consiglieri). La mostra annuale, che si teneva nel palazzo del Podestà, rappresentò per qualche anno una “vetrina” per quanto di meglio era prodotto dall’arte a Bologna a cavallo dei due secoli. La buona riuscita delle iniziative si doveva al prestigio e all’interesse del presidente Cavazza, il cui ruolo risulterà preminente al punto che la stessa società poteva virtualmente ritenersi la «Francesco Cavazza», come venne immortalata nel 1901 in una celebre caricatura di Augusto Majani detto Nasica. Alle esposizioni primaverili si aggiunsero i concorsi Curlandese e Baruzzi, che divennero uno dei “passaggi obbligati” per gli esordienti allievi d’Accademia.

L’attività della “Francesco Francia” fu intensa e rappresentò «il principale strumento di dialogo e di confronto fra generazioni e linguaggi diversi, tutti coesistenti nell’ambito della cultura cittadina con polemiche e dibattiti ed insieme rispondenti a quel carattere di pacatezza e di moderato ardimento che caratterizza l’identità stessa della città».

Testo tratto da Cent'anni fa Bologna: angoli e ricordi della città nella raccolta fotografica Belluzzi, Bologna, Costa, 2000.