15 Novembre 1882 - 14 Maggio 1957
Note sintetiche
Scheda
In quella movimentata storia di Bologna storico-artistica, che cominciò ad appassionare, al tempo di Giuseppe Bacchelli e di Adolfo Rubbiani, la cittadinanza petroniana, nelle discussioni che non trascurarono neppure la incompleta facciata di San Petronio, cominciò a ricorrere, nel primo decennio del nostro secolo, il nome di Guido Zucchini, un gentiluomo presto affermatosi per serietà di studi, fermezza di concezioni e gusto sicuro.
Erano in corso i restauri che dovevano portare all’isolamento e al ripristino del Palazzo di Re Enzo, anni di pace dedicati a riconoscimenti e ricostruzioni minori, ovunque in questa vecchia città, così illustre e segnata da documenti architettonici, vetusti, pittoreschi, affiorassero resti di antiche costruzioni per lo più in rosso mattone della “fosca e turrita”. Più tardi Guido Zucchini, nato il 15 novembre 1882, da Cesare, benemerito cittadino, divenne popolare per una particolarità che i petroniani sottolinearono ogni qualvolta una facciata nuova ed antica, una casa che mostrasse le sue prime forme architettoniche, un restauro che si intonasse con la tinta della vecchia Bologna. Scoperto un recupero, affiorato fra costruzioni più tardive un tratto di mura, rimesso in luce un affresco, ricondotto alle linee prime un tempio come San Francesco, ogni volta che il cotto o una dipintura di quel tono si palesasse, i bolognesi dicevano, un poco sorridendo, ma con affetto ed anche orgoglio cittadino, che si trattava della “tinta Zucchini”. Con il passare degli anni quei restauri e ripristini prendevano colore di tempo, si fondevano coi secoli dai quali erano riaffiorati. E alle discussioni, ai dibattiti, alle polemiche che per anni ed anni avevano tenuto sempre vivo il problema, seguì un tempo di riconoscimenti che, per merito soprattutto dello Zucchini, andarono al benemerito Comitato per Bologna storico-artistica. Dal restauro del Palazzo Pepoli Vecchio, ad altre pagine di architettura viva e fedele, dalla sistemazione di Porta Galliera e a ripristini e recuperi minori, sempre meglio si affermava nei lenti, continui riconoscimenti la rinomanza di Guido Zucchini e la gratitudine per lui dei concittadini. Scompare pertanto con lui una delle figure più rappresentative di studioso e di storico di questo mezzo secolo. Di famiglia bolognese, fratello di altro compianto maestro insigne della Facoltà di agraria del nostro Ateneo e figlio di Cesare Zucchini, già presidente della Cassa di Risparmio che provvide con munificenza alla Università, fu allievo prediletto di Alfonso Rubbiani e prese parte alla restaurazione artistica della Bologna medievale e rinascimentale.
Dopo aver conseguito nel 1905 la laurea in ingegneria civile nell’allora Scuola di applicazione per gli ingegneri, ora Facoltà universitaria, aveva poi conseguito la libera docenza in architettura e arte del restauro. Insegnò per qualche tempo nel nostro Ateneo. Ma la sua fama è affidata anche a numerose e pregevoli memorie e pubblicazioni, che ammontano ad oltre quattrocento, se ai libri e gli opuscoli si uniscono le recensioni. Da ricordare l’arte nel palazzo universitario, La chiesa di Santa Maria del monte e numerosi studi e progetti per la rimessa in luce di monumenti sacri e profani di Bologna con altre dotte pubblicazioni di argomento storico artistico che testimoniano della sua passione per l’arte e per la storia della nostra città. Una sua monografia giustamente apprezzata è quella dedicata alla città natale, e pubblicata dall’Istituto di Arti grafiche di Bergamo. La perdita di Guido Zucchini è un grave lutto per il Comitato per Bologna storico-artistica al quale aveva dedicato assidua ed intelligente opera e di cui era apprezzato consulente. Il suo particolareggiato, efficace studio di due anni or sono sui restauri degli edifici di Bologna è dimostrazione evidente e indiscussa delle sue alte doti di studioso e di artista. Numerosissime, - come si è accennato – sono le memorie che Guido Zucchini ha dedicato con rara e geniale competenza alla Bologna nell’arte. Dopo quella dei Pepoli, altre opere da lui progettate con profonda passione di restauratore dicono quanto egli contribuì a riportare Bologna al suo splendore nel campo soprattutto dell’arte architettonica. Già incaricato per l’insegnamento del disegno nella Università, era presidente dell’Accademia Clementina, direttore del Museo industriale e del Museo Davia-Bargellini, delle collezioni comunali d’arte, della Galleria d’Arte moderna a Villa delle Rose, del Museo di San Petronio, socio di varie altre Accademie, fra le quali quella romana di San Luca, presidente della Commissione per la tutela delle bellezze naturali. Gli fu assegnata la medaglia d’argento per i benemeriti dell’arte e inoltre era l’unica medaglia d’oro fra i componenti del Comitato per Bologna storico-artistico di cui fu per anni consulente artistico. Competentissimo tecnico del restauro, era apprezzato per la accuratezza d’interpretazione storica e di applicazione tecnica.
La notizia della morte di Guido Zucchini ha suscitato vivo cordoglio in città e tra i primi a recarsi all’abitazione dell’estinto in Via Santo Stefano sono stati il Rettore dell’Università prof. Forni, il prof. Alessandro Ghigi ed altre personalità cittadine che hanno espresso ai famigliari le più profonde condoglianze (Trascrizione a cura di Lorena Barchetti). Muore nelle ultime ore del 14 maggio 1957 per disturbi cardiaci, nella sua abitazione di via Santo Stefano 36.
Ha fatto parte di
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