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Federico Zardi

25 ottobre 1912 - [?]

Scheda

Federico Zardi, da Ferdinando e Amelia Zagnoni; nato il 25 ottobre 1912 a Bologna; ivi residente nel 1943. Commediografo e giornalista professionista.
Nel 1939 l'ufficio della censura del Ministero della cultura popolare - il Minculpop - non gli concesse il visto per la rappresentazione della commedia «La livrea». Entrato a "il Resto del Carlino" nel 1940, divenne vice critico teatrale. Negli anni della guerra collaborò con l'Ente stampa, l'agenzia nazionale fascista, e il suo nome figura nell’elenco dei giornalisti sovvenzionati dal Minculpop.
La mattina del 26 luglio 1943, quando cadde la dittatura, con Ezio Cesarini e Antonio Meluschi, fu uno degli oratori che improvvisarono i primi comizi in piazza Vittorio Emanuele II (oggi piazza Maggiore).

Intervenne all'assemblea dei giornalisti, convocata il 12 settembre 1943 dai dirigenti del PFR nella sede de "il Resto del Carlino", e si dichiarò contrario al programma illustrato dal nuovo direttore Giorgio Pini. Disse che non intendeva collaborare con l'esercito tedesco d'occupazione e con il rinato regime fascista. Abbandonò immediatamente il giornale.
Allontanatosi da Bologna, per non essere arrestato, fu processato in contumacia e condannato a morte. Si recò in Romagna e sfuggì alla cattura grazie ai documenti falsi che si era procurato: erano intestati al musicista Federico Graziani n. a Reggio Calabria.
Dopo avere attraversato fortunosamente il fronte nella zona di Pesaro, entrò a far parte della redazione del "Giornale radio" delI'VIII armata inglese che trasmetteva da Cesena (FO). Negli ultimi mesi della guerra passò al "Corriere alleato", il periodico del PWB delI'VIII armata inglese che si stampava a Forlì.
Rientrò a Bologna il 22 aprile 1945 ed entrò a far parte della redazione del "Corriere dell'Emilia".
Ha pubblicato: I bimbi di Marzabotto, in La resistenza al fascismo. Scritti e testimonianze, a cura di M. Milan e F. Vighi, Milano, Feltrinelli, 1955, pp.178-82. [O]