Salta al contenuto principale Skip to footer content

Giuseppe Zannini

2 febbraio 1917 - 15 Maggio 1945

Scheda

Giuseppe Zannini, da Marco ed Adele Lubrano; nato il 2 febbraio 1917 a Bari. Nel 1943 residente a Bologna. Laureato in Scienze politiche. Bancario.
Funzionario del Credito Italiano, nell'agosto 1943 fu trasferito dalla sede di Bari a Bologna e subito dopo prese contatti con il movimento cattolico antifascista.
Per le sue doti, per la sua preparazione politica e culturale - a Bari aveva svolto un'intensa attività nell'ambiente fucino antifascista in stretta collaborazione con Aldo Moro - s'impose subito all’attenzione dei fucini bolognesi divenendo - ha scritto Achille Ardigò - «il loro leader naturale». Con Ardigò, Angelo Salizzoni, Fulvio Milani promosse le conferenze su temi sociali, politici, economici svoltesi nel collegio di San Luigi e di cui fu anche relatore.
Tenace fautore di un'attiva partecipazione «voleva che i cattolici partecipassero sempre più numerosi all'azione contro i tedeschi e i fascisti» - ha scritto la madre - promosse una serie di incontri tra studenti ed operai alla Beverara, a Santa Viola (Bologna) che «aprirono ai fucini partecipanti problemi umani e sociali fino allora mai percepiti» (Ardigò).
Con Salizzoni e Milani sostenne la necessità di elaborare una linea politica e sociale del mondo cattolico che riprendesse la più autentica tradizione del PPI e insieme la partecipazione dei cattolici agli organismi del CLN centrali e periferici, confrontandosi con le altre forze politiche su temi agrari, di libertà e di democrazia, per preparare per tempo la via al domani.

A questa attività dedicò tutto il suo tempo, tutte le sue energie e capacità fino al 21 maggio 1944 giorno del suo arresto a San Lazzaro di Savena dove abitava.
Tradotto in San Giovanni in Monte (Bologna) per accertamenti, il 5 giugno 1944 fu trasferito a Fossoli (Carpi - MO) e, sfuggito alla rappresaglia dei 70 fucilati del 14 luglio 1944, il 27 luglio fu inviato a Bolzano e il 4 agosto 1944 a Mauthausen e poi a Gusen (Austria) con don Paolo Liggeri conosciuto nel campo di Fossoli.
Fu rinchiuso nella baracca n. 15 sorvegliata da aguzzini particolarmente brutali con i detenuti italiani. In una lettera scritta alla madre di Zannini, don Liggeri ha ricordato la profonda fede e lo spirito di carità che lo sorressero nei momenti di maggior scoraggiamento per le sofferenze morali più che per i disagi fisici, ma anche la sua indomita speranza e il suo desiderio di lottare e vincere. Fu addetto al lavoro in galleria reso ancora più pesante dalla ferocia dei dirigenti.
Morì il 15 maggio 1945 «per sfinimento», come da comunicazione del comando alleato.
Riconosciuto partigiano nella 6ª brigata Giacomo dall'1 maggio 1944 alla Liberazione. [AQ]