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Volontari Garibaldini nelle Argonne

Schede

Allo scoppio del conflitto, seguito all’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914, l’Italia dichiarò la propria neutralità, ma moltissimi furono gli italiani che decisero comunque di partecipare alla guerra, offrendosi come volontari al fianco della “sorella latina”, la Francia, contro le forze austro-tedesche.

Alcune migliaia di questi volontari, di sentimenti mazziniani o ferventi ammiratori dell’epopea garibaldina, si arruolarono fin da subito nelle file della Legione Straniera, l’unico corpo nel quale era loro consentito l’inquadramento. La famiglia Garibaldi, e nello specifico i figli di Ricciotti Garibaldi, sette fratelli in parte già coinvolti nelle lotte per la libertà –o comunque ritenute tali- di paesi sparsi ai quattro angoli del pianeta, guidati dal maggiore di loro, Giuseppe detto Peppino, decisero di riformare una “Legione garibaldina” che, animata dai sentimenti che in passato avevano condotto i garibaldini a combattere in tutto il mondo, facessero altrettanto in questa circostanza. Peppino Garibaldi avviò contatti con le autorità francesi, nell’intento di raccogliere gli italiani in un corpo unico, togliendoli anche dalle fila della Legione Straniera –cosa che gli riuscì solo in parte, un po’ per le proteste delle autorità italiane, ancora neutrali ed impegnate in una difficile opera di sganciamento dalla Triplice Alleanza, un po’ per il timore delle autorità militari francesi di non potere controllare questi soldati un poco anomali, ed infine, seppure in misura minore, anche per un certo “sospetto” che una parte dei volontari, soprattutto di fede mazziniana, nutriva nei confronti della leadership di Peppino Garibaldi. In ogni modo, la Legione garibaldina venne finalmente costituita, posta al comando di Peppino Garibaldi che ottenne il grado iniziale di Tenente colonnello, e venne equipaggiata dall’Esercito Francese, che pose comunque suoi uomini in affiancamento ai comandanti italiani.

Risolti una serie di contrasti iniziali dovuti alla proposta del Garibaldi di far inviare il suo corpo in Dalmazia per operare con azioni di disturbo su quel fronte, i volontari vennero inquadrati nella Legione italiana, e, nel dicembre del 1914, finalmente inviati al fronte, nella zona delle Argonne. Erano inquadrati in tre battaglioni, per un totale di 53 ufficiali, 153 sottufficiali e circa 2000 soldati: molti di questi, sotto l’uniforme francese che venne loro fornita, indossavano la camicia rossa. Il corpo partecipò agli scontri a fuoco del dicembre 1914 e del gennaio 1915, nei quali persero la vita anche due dei fratelli Garibaldi, Bruno e Costante. Su ulteriori pressioni del governo italiano, dopo questo periodo il reggimento non venne più impiegato, tanto che Peppino Garibaldi chiese che i suoi uomini venissero messi in libertà, per poter tornare alle proprie case e ed alle proprie occupazioni, e soprattutto, iniziare a pensare all’ormai ventilato prossimo intervento dell’Italia nel conflitto.
Lo scioglimento ufficiale del corpo fu decretato il 7 marzo 1915. Molti di coloro che rientrarono dopo questa esperienza, parteciparono poi ai movimenti interventisti e si arruolarono nell’Esercito italiano al momento dell’entrata in guerra dell’Italia, il 24 maggio 1915.

Mirtide Gavelli