Vergato (BO)

Vergato (BO)

1859 | 1919

Scheda

Vergato è un comune dell'area metropolitana bolognese, posto lungo la strada Porrettana, che la rende facilmente raggiungibile e che ne favorì lo sviluppo a partire dalla seconda metà dell'Ottocento. Verso la fine del secolo l'ingegnere Attilio Muggia propose l'introduzione dell'illuminazione pubblica: nel 1892 presentò il primo progetto, che però fu rifiutato a causa dei costi di manutenzione. Il decennio successivo si alternò tra proposte e altri rifiuti, finché nel 1903 non fu lo stesso comune a interessarsi dell'illuminazione pubblica, affidando il progetto non più a Muggia, ma alla ditta Mingarelli di Bergamo. I vergatesi caduti nel primo conflitto mondiale furono in totale 125, su una popolazione che all'ultimo censimento del 1911 risultavano essere 6.631, a cui va aggiunto un caduto da Tolè, all'epoca comune autonomo e i quattro caduti della località Salvaro, divisa amministrativamente tra Grizzana, Marzabotto e Vergato. In loro memoria il comune pose due lapidi commemorative in località Tolè, una delle quali ricorda anche i caduti della Seconda Guerra Mondiale ed un monumento, inaugurato nel 1925, in piazza della Pace.

Il Comune ed il suo territorio vengono così descritti nel volume "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino, Unione tipografico editrice, 1900. (Trascrizione a cura di Lorena Barchetti)

VERGATO (5262 ab.). – Il territorio di questo Comune, capoluogo di mandamento e del circondario, si stende nella parte centrale del mandamento stesso ed è, oltrechè dal Reno, attraversato anche dal Vergatello. – Vergato, capoluogo del Comune, è una grossa e moderna borgata di 1500 abitanti circa, in posizione pittoresca e saluberrima, a 34 chilometri al sud-ovest di Bologna e 195 metri sul livello del mare. Ha edifizi di buona architettura, in gran parte rifatti o sorti nei nostri tempi, ha una vasta e notevole chiesa parrocchiale con qualche buon dipinto ed i suoi dintorni, freschi ed ameni, sono popolati da una quantità di ville e casini di campagna, molti dei quali veramente signorili. Il Comune ha istituti di beneficenza e scuole pubbliche, tanto nella frazione centrale quanto nelle più discoste, quali: Pioppe di Salvaro, Riola, ecc. Il territorio di Vergato è fertilissimo: produce cereali, viti, frutta, castagne; è ricco inoltre di boschi cedui, o quercie e querciole, che, oltre dare molta ghianda per l’allevamento dei maiali, danno anche legna da ardere, da lavoro, da carbone e fascine che in gran copia si smerciano per la maggior parte a Bologna. Vergato è un centro di produzione e mercato agricolo d’una certa importanza; in date stagioni il mercato di Vergato, per la vendita della legna e dei maiali ingrassati – che quivi si allevano in gran numero – è frequentatissimo dai negozianti vegnenti dalla Toscana, da Bologna, dal Modenese. Molini con fabbrica di paste da minestra ed una tipografia.

Bilancio preventivo del Comune di Vergato per l’esercizio 1897. Entrate ordinarie L. 58.992 Spese obbligatorie ordinarie L. 46.915; Entrate straordinarie L. 12.320 Spese obbligatorie straordinarie l. 14.088; Partite di giro e contabilità speciali L. 9.398 Spese facoltative L. 3.822; Movimento di capitali L. 6.487; Partite di giro e contabilità speciali L. 9.398; Totale L. 80.710 Totale L. 80.710

CENNO STORICO. Le notizie intorno a questo borgo risalgono al secolo XIII durante il periodo delle lotte comunali e signorili, specie pel continuo scambio di rapporti, di armati e d’aiuti che in quel periodo eravi tra Bologna e Firenze. Vergato, centro della valle del Reno, fu sede di un capitano della Montagna, ufficiale che i Bolognesi avevano creato per la guardia dei passi e delle strade che fra i monti potevano condurre alla loro città. Lo stemma del Comune di Vergato porta appunto gli attributi di tale carica. Nativo di Vergato fu il prof. Antonio Bacchetti, medico e filosofo insigne, illustratore delle Terme Porrettane, morto a Bologna nel 1807.

MANDAMENTO DI VERGATO (comprende 4 Comuni, con una popol. Di 17.949 ab.). – Il mandamento di Vergato occupa la parte inferiore o settentrionale del circondario. Confina: a nord e ad est, col circondario di Bologna; a sud, coi mandamenti di Bagni della Porretta e Castiglione dei Pepoli; a ovest, con la provincia di Modena. Il territorio del mandamento di Vergato è essenzialmente montuoso, formando una conca circondata all’ingiro da una serie di punte che stanno fra gli 800 ed i 1000 metri sul livello del mare. Il Reno è il maggior corso d’acqua che bagni il mandamento di Vergato, attraversandolo nella sua lunghezza massima da sud a nord; altri corsi d’acqua proprii del mandamento sono il Vergatello, la Vezzola, l’Aneva, torrentelli discendenti dall’Appennino modenese e tributari di sponda sinistra del Reno. La strada interprovinciale Bologna-Pistoja e la linea ferroviaria importantissima che segue la stessa direttiva, sono le due maggiori arterie del transito in questo mandamento, che non manca peraltro di buone strade comunali carrozzabili e mulattiere per le comunicazioni fra i varii suoi Comuni ed i mandamenti finitimi. L’agricoltura è base della ricchezza pubblica in questa regione, prestandosi il suolo a svariate coltivazioni.

CIRCONDARIO DI VERGATO
Secondo gli ultimi accertamenti ufficiali il circondario di Vergato ha una superficie di 743 chilometri quadrati; restando, sotto questo rapporto, al di sotto degli altri due circondari, quelli cioè di Bologna e d’Imola. Nel circondario di Vergato vive una popolazione calcolata presente al 31 dicembre 1899 di 54.682 abitanti (74 per chilometro quadrato), ripartiti in 12 Comuni, formanti tre mandamenti giudiziari, sotto la giurisdizione del Tribunale civile e penale di Bologna, come dal prospetto seguente: MANDAMENTI COMUNI. VERGATO Vergato, Castel d’Ajano, Grizzana, Marzabotto. BAGNI DELLA PORRETTA Bagni della Porretta, Casio e Casola, Gaggio Montano, Granaglione, Lizzano in Belvedere. CASTIGLIONE DEI PEPOLI Castiglione dei Pepoli, Camugnano, Piano del Voglio. Il circondario di Vergato occupa la parte sud-ovest della provincia di Bologna e confina: a nord-est, col circondario di Bologna; a sud, colla provincia di Firenze; ad ovest, colla provincia di Modena.

Orografia. – Il circondario di Vergato si stende in una regione essenzialmente montuosa, comprendendo quasi tutta l’alta valle del Reno e le vallate accessorie, quali sono quelle della Limentra e del Setta, per dire delle due principali. Centro orografico principale del circondario di Vergato è il Corno alle Scale, uno dei blocchi maggiori della catena dorsale appenninica, staccantesi come una propaggine dal blocco del Cimone (2163 m.) e raggiungente la bella quota di altitudine di 1945 metri sul livello del mare. Seguono subito il monte Acuto, il monte Uccelliera ed altri, oscillanti tra i 1900 ed i 1800 metri d’altezza; il monte della Scoperta (1275 m.), il monte Beni (1267 m.) ed una quantità d’altre vette aggirantisi sui mille metri o di poco superiori a questa quota e formanti i contrafforti che si staccano dalla catena centrale, separando fra di loro le varie valli secondarie. Questa parte dell’Appennini è piuttosto scabra e difficile ed in molte località denudata affatto di vegetazione, in causa della natura del terreno e della rovina portata dal disboscamento durato sacrilegamente da secoli e solo in questi ultimi tempi frenato da leggi rigorose.

Idrografia. – Il Reno è il principale corso d’acqua del circondario di Vergato. E’ formato da alcuni rivoli scendenti dal colle delle Piastre e dal poggio del Ceruglio a nord-ovest di Pistoja, in territorio toscano. Dopo aver formato per buon tratto il confine tra la provincia di Firenze e quella di Bologna, entra in questa prendendo decisa direzione da sud a nord; attraversa Porretta, bagna Vergato, ricevendo tanto a destra che a sinistra varii affluenti d’una certa importanza, quali le due Limentre scendenti dall’Appennino pistojese; il Setta, che viene dal monte della Scoperta a destra; la Sella, la Vezzola ed il Vergatello scendenti dall’Appennino modenese a sinistra. Numerosi torrenti e cascatelle completano, tanto da una parte che dall’altra, il bacino idrografico del Reno; ma di questo, per non cadere in superflue ripetizioni, sarà più agevole il toccare trattando sei singoli mandamenti e Comuni.

Viabilità. – Le condizioni di viabilità nel circondario di Vergato sono buone se non eccellenti. Arteria stradale massima è la via che, percorrendo il fondo della valle, da Bologna conduce a Pistoja, provinciale sul tronco da Bologna a Porretta, nazionale da Porretta a Pistoja, strada che tocca il suo culmine al valico di Collina, a 932 metri sul livello del mare. A questa strada si collegano tutte le altre che mantengono le comunicazioni fra i varii Comuni e le numerose frazioni del circondario: strade in buon numero carreggiabili, ma in parte anche solamente mulattiere. Il circondario di Vergato è eziandio percorso da una linea ferroviaria di primario ordine, la seconda linea transappenninica che sia stata costrutta in Italia, la linea cioè Bologna-Pistoja-Firenze, trovante il suo punto culminante a Pracchia, a 617 metri sul livello del mare. Sul tracciato di questa linea, percorrente la valle del Reno ora a destra ora a sinistra del fiume, si incontrano gallerie, ponti, manufatti di grande importanza; la maggiore opera d’arte della linea è la galleria di Pracchia, della lunghezza di quasi 3 chilometri; sul versante toscano la linea passa sopra arditissimi viadotti, costrutti con slanciata eleganza in pietra da taglio e dai quali, a tempo bello, si gode la grande distesa dei colli e del piano ondulato di Toscana fino al mare, in direzione di Livorno. 

Agricoltura e industria. – Il circondario di Vergato è, per la natura stessa e la configurazione del suo territorio, plaga esclusivamente agricola, sebbene il suolo non ne sia eccessivamente fertile. Vi si coltivano cereali, viti, frutta, legumi. Nella regione alta più che boschi vi sono gli avanzi delle antiche belle boscaglie di pini, d’abeti, di faggi, di cerri; il rimboschimento, tutelato dalle nuove leggi, razionale e rigoroso, va riconquistando alla produzione ed alla sicurezza delle sottostanti valli, cime brulle e rovinose, ed ai boschi rinascenti si alternano i pascoli verdeggianti e proficui. Fra venticinque o trent’anni è a sperarsi che l’Appennino bolognese avrà ripreso il bello e verdeggiante aspetto, folto di boschi e ricco di prati smaltati, che ebbe nel passato, e che i poeti dell’antichità cantavano ed i moderni sognarono. L’industria manifatturiera ha, come vedremo, qualche buona rappresentanza nei centri maggiori del circondario, che pure potrebbe essere plaga industriale importante se si volesse o si sapesse trarre profitto dalla considerevole forza motrice che è sviluppata dai numerosi, abbondanti e perenni suoi corsi d’acqua. Ma anche questo è conquista del futuro e di tempi per il nostro paese necessariamente migliori.

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Nota delle offerte fatte al Municipio di Bologna dal dì 12 aprile al 30 giugno 1848, Bologna, Tipografia Sassi nelle Spaderie, 1848. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa

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