Salta al contenuto principale Skip to footer content

Venere Callipigia

Schede

La statuetta raffigurante Venere Callipigia è una copia di formato ridotto dall’antico, un soggetto di età ellenistica, molto richiesto dal mercato e frequentemente copiato nelle accademie. La statuetta è ricordata per la prima volta nell’inventario del 1 aprile 1873 all’interno della villa dell’Osservanza, come opera di Cincinnato Baruzzi, e ricompare in quello notarile del 1878 (ASCBo). Potrebbe essere stata realizzata negli ultimi anni della attività dell’artista dato che, a differenza della Venere de’ Medici e dell’Apollino di Firenze, non appare citata in documenti precedenti. La figura della dea è colta nell’atto di sollevare la veste per contemplare la bellezza delle proprie natiche (di qui il nome della statua), riflesse in uno specchio d’acqua. Il contrasto quindi è tra la nudità della parte posteriore e la composta bellezza, vestita ed acconciata, di quella anteriore, che ne fa un antecedente significativo sia per la creazione della Venere Italica di Canova (Firenze, Galleria Palatina) che di tante creazioni dello stesso Baruzzi, come Nerina e Silvia, e di artisti a lui coevi. È esposta nella Galleria Vidoniana delle Collezioni Comunali d’Arte dal 1936 (Zucchini 1938).

Marmo bianco, tuttotondo, statuetta h. 85,5 cm. Bologna, Collezioni Comunali d’Arte, inv. S 30.

Antonella Mampieri

Testo tratto da: A. Mampieri, Cincinnato Baruzzi (1796 - 1878), Bononia University Press, 2014. Fonti: ASCBo, Eredità Baruzzi. Bibliografia: Catalogo delle opere di scoltura eseguite in marmo dal prof. cav. Cincinnato Baruzzi a tutto l’anno 1859, Bologna 1860; G. ZUCCHINI, Catalogo delle Collezioni Comunali d’Arte di Bologna, Bologna 1938, p. 73, n. 31; G. MAZZINI, Cincinnato Baruzzi. La vita, il tempo, le opere, Imola 1949, pp. 60, 69; C. FIORELLI, Un contributo alla rivisitazione dell’attività artistica di Cincinnato Baruzzi (1706-1878), in “Strenna Storica Bolognese”, LII, 2002, pp. 223-246; L. SIGHINOLFI, La vita e le opere di Cincinnato Baruzzi, in Uno scultore neoclassico a Bologna tra Restaurazione e Risorgimento, a cura di C. Maldini, Bologna 2006, p. 352.