Una epigrafe medicinese in Sicilia

Una epigrafe medicinese in Sicilia

1588 | 1647

Scheda

A Mazara del Vallo (Sicilia) negli ultimi anni sono stati effettuati imponenti lavori di ristrutturazione nell’edificio del Convento Carmelitano e della ex-Chiesa di Maria Santissima Annunziata (o del Carmine), al fine di dare una nuova prestigiosa sede al Palazzo di Città e all’Aula del Consiglio Comunale. Nel corso dei lavori è stata rinvenuta una lastra di pietra mutila nella parte decorativa e con una lunga iscrizione in latino. La grande lastra tombale, ripulita e restaurata, è stata poi collocata in posizione di rilievo nell’atrio della nuova Aula Consiliare. Nel testo dell’iscrizione però la parola MEDICINA scritta a grandi lettere ha attirato l’attenzione di mio fratello che mi ha mandato alcune fotografie della grande lastra.

Si tratta della pietra tombale di Leone Bonfiglioli, un carmelitano medicinese morto appunto a Mazara del Vallo nel XVII secolo; purtroppo la zona decorata che contornava tutta l’epigrafe è andata in gran parte perduta. Il testo dell’iscrizione è il seguente: LEONEM BONFILIVM/ IN PRIMA(m) ORTVS SVI EDEDIT LVCE(m)/ MEDICINA 1588/ IN TOTIVS ORD(inis) CARMELITAR(um) G(e)N(nera)LEM/ ASSVMPSIT/ ROMA 1643/ IN DIE(m) RESVRREC(tio)NIS SVB HOC SILICE/ SERVAVIT/ MAZARIA 1647
Medicina nel 1588 alla nascita mostrò la prima luce a Leone Bonfiglioli. Roma nel 1645 [lo] elesse (Priore) Generale di tutto l’Ordine Carmelitano. Mazara nel 1647 [lo] custodì sotto questa pietra fino al giorno della Resurrezione.

Sopra l’iscrizione è ancora ben visibile il grande stemma della famiglia Bonfiglioli sovrastato dal cappello prelatizio (simile al galero cardinalizio) ad indicare l’alta dignità ecclesiastica del Bonfiglioli. Come risulta negli annali carmelitani, al convento di Medicina, “fortunatissimo”, “culla di priori generali”, appartennero dal XVI al XVII secolo, oltre a Leone Bonfiglioli, molti personaggi di rilievo tra i quali: – Alberto Massari (1585-1643): Priore generale dell’Ordine carmelitano, 1642-1643; – Tommaso Boschi (1596-1643): Priore provinciale di Romagna e Marche, Professore di Metafisica alla Sapienza di Roma, teologo del re di Francia Luigi XIII; – Emilio Jacomelli (1612-1687): Vicario generale, 1673-1679; – Ferdinando Tartaglia (1626-1682): Professore di matematica alla Sapienza di Roma, Procuratore generale 1677-1680, Priore generale, 1680-1682; – Elia Vannini (1644 - 1709), maestro di cappella, autore – a lungo ignorato – di numerose composizioni di musica sacra recentemente riscoperte ed eseguite. Leone Bonfiglioli fu dunque il secondo dei ben quattro medicinesi assurti alla massima carica generalizia dell’Ordine. Lo aveva preceduto il compatriota Alberto Massari morto nell’ottobre 1643. Dopo la morte prematura del Massari il papa Urbano VIII con apposito Breve Apostolico in data 4 giugno 1645 elevò il Bonfiglioli alla carica di Vicario e poi alla dignità generalizia. Padre Leone apparteneva all’influente famiglia Bonfiglioli presente a Medicina (a volte con la grafia Bonfiolus o Bonfilius) ininterrottamente dal secolo XIII al XIX. In tale lungo periodo due suoi componenti (Gian Maria e Giacomo) furono Consoli della città, tre (Gian Maria, Leone e Leone junior) vestirono l’abito carmelitano nel locale convento e tre (Domenico, Giuseppe e Casimiro) svolsero importanti funzioni pubbliche nella Comunità, funzioni alle quali, l’ultimo (morto nel 1898) aggiunse notevoli affermazioni come storico e letterato. Il Priore generale Leone Bonfiglioli nacque a Medicina nel 1588 (o 1589) e fu battezzato con il nome di Giovanni Battista, giovanissimo si distinse negli studi ed a 18 anni, con il nome di Leone, vestì l’abito carmelitano nel patrio convento. Dopo aver terminato gli studi conseguendo, nel 1621 anche la laurea in sacra teologia a Firenze, le sue doti umane, l’impegno nella devozione religiosa e nello studio unito a notevoli facoltà oratorie, gli valsero, insieme ai titoli di Conte Palatino e Cavaliere Aurato, la nomina a Priore provinciale di Romagna e Marche dal 1627 al 1630. Ritornato a Medicina tanto si impegnò a favore dei malati in occasione della famosa e terribile peste del 1630 da guadagnarsi l’appellativo “il Venerabile”, attribuitogli dal popolo riconoscente per la caritatevole assistenza personalmente prodigata agli appestati. La sua grande umiltà personale non gli impedì di occuparsi con fermezza della riforma dell’Ordine con l’intento di riportarlo all’antica “più stretta osservanza”. Il suo generalato fu infatti caratterizzato da un fervente e tenace spirito riformatore e la sua instancabile ansia di rinnovamento lo portò, dopo la nomina a Priore generale, a visitare numerosi conventi in tutta Italia. Fu proprio durante la visita in Sicilia al convento di Mazara del Vallo che, colto da un grave malore, morì il 20 gennaio 1647. La repentina morte di un Priore generale, famoso per pietà, virtù ed eloquenza, suscitò tanto grande compianto, e non solo in ambito religioso, che fu necessario, per il grande afflusso di fedeli, prolungare per sei giorni l’esposizione pubblica della salma prima della degna sepoltura. Sulla sua tomba nella Chiesa allora annessa al convento carmelitano di Mazara, a riprova dell’eccezionale fama ed importanza del personaggio, oltre all’epigrafe recentemente rinvenuta, fu apposto un epitaffio o elogio funebre il cui testo è conservato nell’Archivio Storico Parrocchiale di Medicina. Si noti che, secondo l’uso del tempo, il nome “Leone”, peraltro scelto dal Bonfiglioli al momento dell’ingresso nell’Ordine Carmelitano, è metaforicamente utilizzato anche per alludere alle sue “leonine” virtù spirituali.

HVC OCVLOS INTORQVE HOSPES NAM MORTE PEREMPTVS/QVI IACET VT/ LIBICVS NON VIGET LEO/ EST LEO QVEM GENVIT DVLCEM MEDICINAM MINERVA/ OFFICIOSA PARENS MVNERA LARGA DEDIT/ EST LEO SED CELEBRIS MORVM BONFILIVS AVCTOR/ CARMELI EGREGIVS PASTOR ET ORBIS HONOR/ SIC PIVS IN SVPEROS PERAGRANS PER TEMPLA SELINIS/ OSSA RELIQVIT HVMO SPIRITVS ASTRA COLIT
O straniero, volgi qui lo sguardo: (benché) più forte di un leone della Libia colui che (qui) riposa è ormai distrutto dalla morte. / È Leone: la Sapienza, madre benevola, (che) generò lui e la dolce Medicina, (gli) fu generosa di doni. / È Leone: celebre come Bonfiglioli, maestro di rettitudine, illustre Pastore dell’Ordine Carmelitano e gloria del mondo intero. / Ecco infine che il pio Leone, salendo dalla regione dei templi di Selinunte alle regioni celesti, lasciò le ossa alla terra mentre lo spirito abita in cielo.

Nello spessore della grande lapide funebre di marmo era inoltre inciso il seguente distico: DVM TVBA NON REBOAT BONFILI SVRGE MAGISTER/ FLEBILIS HÆC EIVS CONTEGIT VRNA CAPVT
Finché non risuonino le trombe (del Giudizio Universale) e tu risorga, o Maestro Bonfiglioli, / questa urna compassionevole occulti il tuo capo.

Probabilmente nel corso dei secoli queste ultime due epigrafi sono state distrutte e pertanto è maggiormente doveroso un sincero plauso all’Amministrazione Comunale di Mazara per la cura e l’attenzione rivolta al recupero e alla dignitosa sistemazione della lastra tombale del medicinese Padre Leone Bonfiglioli. Attenzione ai locali reperti storici e archeologici peraltro dimostrata anche in altre occasioni non ultima la valorizzazione e l’esposizione, nell’adiacente ex-Chiesa di S. Egidio, della famosa statua del Satiro danzante, rinvenuta in mare nel 1998, rarissimo esempio di statuaria bronzea greco-ellenistica.

Raffaele Romano Gattei

Testo tratto da "Brodo di serpe - Miscellanea di cose medicinesi", Associazione Pro Loco Medicina, n. 10, dicembre 2012.

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Brodo di serpe - Miscellanea di cose medicinesi, Associazione Pro Loco Medicina, n. 10, dicembre 2012. © Associazione Pro Loco Medicina.