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Umberto Crisalidi, commissario politico della Stella Rossa

Schede

Il giorno del rastrellamento ero a Ca’ di Dorino con altri commissari, alcune partigiane e una decina di partigiani. C’era anche il padre del Lupo [Mario Musolesi] ed un certo numero di civili. L’allarme fu dato dalle sentinelle verso le sei di mattino. Il nostro armamento era talmente scarso e la presenza di tanti civili e donne ingombrante, che decidemmo di ripiegare verso il battaglione comandato da Walter [Giuliano Tarozzi], per appoggiarci a una forza un po’ più consistente. Strada facendo scegliemmo invece il sentiero per monte Salvaro, dove giunti, appurammo che i nazisti vi erano già passati, eliminando alcune sentinelle partigiane, che trovammo appunto riverse sul sentiero. La resistenza si protrasse per tutta la giornata, cessò del tutto verso le 17 del pomeriggio; quando fu buio, ci portammo in direzione di Grizzana e il giorno dopo ci riuscì di raggiungere gli alleati.
Sono testimone di un fatto che credo debba essere ricordato e lo voglio ricordare io, visto che gli interessati, per la distanza del loro paese da noi e perché non tutti sono sopravvissuti, non possono dare il loro contributo a queste testimonianze. Nel battaglione comandato da Otello Musolesi, formazione di Gastone Sgargi, c’erano una quarantina di russi, ex prigionieri di guerra fuggiti dai campi di prigionia dopo l’8 settembre 1943 e venuti poi nella “Stella Rossa”. Il loro comandante diretto era il ten. Karaton, che dopo qualche giorno fu catturato dalle truppe di Reder a Rasiglio comune di Sasso Marconi, portato a Casalecchio di Reno, orribilmente seviziato e appeso col filo spinato al pilastro di una villa. Bene, questi russi, schierati su monte Sole, combatterono e contrattaccarono tutta la giornata, dando un contributo validissimo a vietare l’accesso dei nazisti sia a monte Sole che a monte Caprara.
[MP]
Note
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