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Tomba di Giosue Carducci

1935

Schede

9 novembre 1935, si conclude il programma in occasione del centenario della nascita del “vate”, il poeta ufficiale della “terza Italia”. Con una solenne cerimonia viene traslato il corpo di Giosue Carducci, spostandolo dalla semplice tomba che il poeta aveva acquistato per la famiglia nella zona ottocentesca del cimitero. E’ una mossa di propaganda del regime fascista, in quanto il nuovo monumento è in diretto rapporto visivo con il Monumento ai martiri della rivoluzione fascista ed a quello dei caduti della Grande Guerra, inaugurati tra il 1932 e l’anno successivo. Questa operazione si completa nel 1940 con la traslazione di Ugo Bassi -martire del Risorgimento italiano- all'interno dell’ossario della Grande Guerra. In un solo luogo si vuole così ricordare l’epopea dell’unificazione nazionale mettendola in relazione con il regime. La nuova tomba del premio Nobel per la letteratura e della sua famiglia si compone nella parte esterna da un’area rettangolare delimitata da siepi che circondano una scalea sulla quale è collocata un'ara di granito egiziano, dono degli Italiani all'estero. La parte visibile costituisce il monumento cenotafio, mentre le sepolture si trovano nella cripta sottostante, raggiungibile solo addentrandosi nei sotterranei entrando dalla scala che si trova all’Ingresso Monumentale.

Così viene ricordata l’inaugurazione del monumento nella rivista ‘Il Comune di Bologna’ del novembre-dicembre 1935: “Non con maggiore solennità, né con più austera forma, Bologna poteva concludere le celebrazioni carducciane, alle quali ha dato il meglio di sé, come tributo di imperituro amore al Poeta che l’amò e predilesse. Nel nome di Carducci infatti Bologna inaugurava il 9 novembre la nuova Aula Magna Universitaria, bellissima opera dell’architetto Arata. (…) Nel pomeriggio, presenti i famigliari del Poeta, S. E. Federzoni, le autorità cittadine, Associazioni universitarie, Istituti superiori secondari, scuole femminili e maschili del Comune e una folla reverente e commossa, con alta austera cerimonia ebbe luogo alla Certosa la traslazione della salma di Giosue Carducci nel monumento fatto erigere dal Comune di Bologna e tratto da un masso donato nel 1907 dagli Italiani di Alessandria d’Egitto e del Cairo. Salutiamo i resti mortali di Colui che l’Italia onora come uno dei suoi figli maggiori, mentre il tricolore, cui Egli sciolse uno dei suoi canti più belli, sventola nei cieli dell’Africa Orientale, nuovo segno invincibile di civiltà italiana”.