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Cipriano Tinti detto/a Farbin

19 maggio 1908 - [?]

Scheda

Cipriano Tinti, «Farbin», da Gualtiero e Armida Papaveri; nato il 19 maggio 1908 a Bologna. Nel 1943 residente a Palmanova (UD). Laureato. Maggiore dell'esercito in Spe.
Iscritto al PdA.
Prese parte al secondo conflitto mondiale, combattendo su vari fronti. Di sentimenti democratici e antifascisti e animato da grande spirito patriottico, fu profondamente colpito e deluso, l’8 settembre 1943, dalla «fuga da Roma delle massime autorità dello stato culminata con "l'assalto al Baionetta"«, il cacciatorpediniere che imbarcò il re e i generali fuggiaschi.
Come soldato, considerò una vergogna nazionale «la mancanza di ordini per i reparti militari in Italia e all'estero» e «la occupazione militare tedesca» che gettò «il paese nel caos». Dopo di che giudicò che l'unica scelta possibile «per coloro che rimangono fedeli al governo legittimo e al giuramento prestato» non poteva che essere quella di una «lotta senza quartiere ai fascisti e ai tedeschi».
Grazie alla sua professionalità militare, fu uno dei principali artefici della sia pure improvvisata e non sempre perfetta struttura dell'esercito partigiano bolognese. Sia lui sia gli altri ufficiali incaricati di dare funzionalità militare all'esercito popolare, ebbero l'intelligenza di capire che le brigate partigiane, pur essendo uno strumento di guerra, erano qualcosa di diverso dal tradizionale regio esercito italiano.
Dopo la costituzione del CUMER, fu nominato responsabile del servizio informazioni. Suo compito era quello di vagliare e interpretare le informazioni relative agli eserciti tedesco e fascista e ai loro movimenti in Emilia e trasmettere le relazioni militari al CUMER e al comando militare alleato, attraverso i servizi radio predisposti.
La sede del servizio informazioni funzionava in via Santo Stefano 18 (Bologna), nello studio di Roberto Vighi. Suo principale collaboratore era Cleto Benassi.
Trascorse in carcere gli ultimi mesi del conflitto. Arrestato il 2 dicembre 1944 dalle brigate nere, - unitamente a Giuseppe Scarani, mentre si trovavano in piazza Cavour - fu consegnato alle SS e interrogato a lungo nella caserma di via Santa Chiara.
A causa delle percosse riportò una lesione ad un orecchio, per cui chiese ed ottenne - con la collaborazione del dott. Fabio Fabbi - di essere ricoverato nella clinica otorinolaringoiatra dell'ospedale Sant'Orsola. Dopo essere stato curato, il 12 febbraio 1945 fu liberato da un gruppo di partigiani guidati da Pietro Foschi, comandante dell'8a brigata Masia GL. Per la sua liberazione fu determinante la collaborazione del dott. Fabbi.
Riconosciuto partigiano con il grado di capitano dall'1 novembre 1943 alla Liberazione.Testimonianza in RBl. [O]