Salta al contenuto principale Skip to footer content

Timone d'aereo

1936

Schede

"Timone dell’apparecchio S.81, n. 21-45 della 214 Squadriglia B. T. diurno e notturno, pilotato dal Colonnello Carlo Del Lupo e dal Capitano Vallaro. Tela, con soprascritte le località di combattimento in Spagna e gli aerodromi di decollo sino al settembre 1938, in cui precipitò. Partecipava a circa 180 azioni di guerra e fin dai primi giorni di movimento incominciava la sua brillante carriera. Numerose volte ritornava con i segni del nemico incisi sulle ali e sulla fusoliera. In un’azione su concentramenti nemici faceva ritorno con uno squarcio sull’ala destra di circa mezzo metro di diametro e nella verifica vi si trovava dentro all’ala un proiettile inesploso di 45 mm. Riparata l’avaria riprendeva di nuovo il cielo per portare l’offesa sul nemico. Finiva la sua brillante carriera i primi di settembre del 1938, causa un’avaria ai motori, che lo faceva precipitare nei pressi dell’Aeroporto di Tudela, mentre andava in azione; ne rimanevano feriti due colonnelli, un capitano, un tenente ed un sergente maggiore-motorista."

Il timone venne donato al Museo dal 1° Aviere Montatore Armando Ansaloni di Bologna, il 14 aprile 1942, unitamente a quattro fotografie che ritraevano l’aereo e il personale di terra e di volo che era stato in Spagna (Ingr. n. 5076/1942). Sul timone in tela è dipinto un Mickey Mouse, ovvero Topolino, che con la mano destra regge un proiettile d’aereo, e con la sinistra ne lancia un altro, con una traiettoria perfettamente circolare. Non deve stupire più di tanto l’uso di un personaggio dei fumetti americani negli anni ’30 come emblema di un aereo da combattimento inviato dal regime fascista a supporto delle proprie truppe contro la Repubblica Spagnola. In effetti, molti erano, sia in Italia che in Germania, gli estimatori dei cartoon disneyani, che venivano pubblicati da diversi editori, e spesso anche ‘arruolati’ a fini di propaganda, e questo fino al 1938, anno in cui una forte svolta autarchica tagliò, almeno per le persone comuni, il contatto con la cinematografia d’oltre oceano. Il timone venne restaurato nel 1998. Dalla fine della Prima guerra mondiale, per circa quindici anni, i reparti da bombardamento dell’aviazione italiana ebbero in dotazione vari tipi di aerei, generalmente biplani, con limitate prestazioni di volo. Pertanto la realizzazione e l’adozione del Savoia-Marchetti S.81, detto il ‘pipistrello’, rappresentò un grosso passo avanti. Era ritenuto infatti un progetto all’avanguardia, e poneva anche nuove esigenze addestrative.

Questi aerei fecero la loro prima comparsa nel conflitto italo-etiopico: gli aerei vennero parzialmente smontati, inviati per mare e sbarcati a Massaua. Dieci di essi compirono la loro prima azione il 26 dicembre 1935. Ai voli propriamente offensivi si intrecciarono le ricognizioni e gli aviolanci di rifornimenti per le colonne avanzanti. Il 30 luglio 1936 dodici S.81 al comando del col. Ruggero Bonomi lasciarono l’aeroporto di Cagliari-Elmas, diretti nel Marocco spagnolo, dove erano attesi dal colonnello Francisco Franco, primo nucleo dell’Aviazione Legionaria italiana che appoggiò poi la causa franchista. Pochi giorni dopo, nove di questi aerei diedero tutto il loro appoggio al passaggio di Franco sulla penisola iberica. Questi, e altri che verranno inviati nei mesi successivi dall’Italia, parteciperanno a tutte le fasi della guerra civile spagnola: bombardamenti di città, ricognizioni e trasporti. Alla fine del conflitto gli aerei superstiti verranno ceduti al nuovo governo franchista, e pertanto lasciati in terra spagnola.

Timone d’aereo, 1936. Tela cerata e dipinta, cm 200 x 180, inv. n. 1833.

Mirtide Gavelli

In collaborazione con Patrimonio Culturale Regione Emilia-Romagna.