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Icilio Tanaglia

9 Dicembre 1887 - 15 settembre 1916

Scheda

Tanaglia Icilio, (Medaglia d'argento al valor militare, Croce al merito di guerra), di Luigi, capitano nel 15 reggimento Bersaglieri, nato a Medicina nel 1887, dimorante a Medicina, morto per ferite sul campo a Quota 208 il 15 settembre 1916. Ufficiale effettivo. Celibe.

"Capitano effettivo nel 15° Regg. Bersaglieri. Morto il 15 settembre 1916 a quota 208 (Carso Triestino) per ferite riportate combattendo valorosamente. Sepolto nel cimitero di Bonetti. Decorato della medaglia d'argento al V. M.: "Durante un assalto alla baionetta, benché ferito, riusciva ad occupare con la propria Compagnia la posizione nemica e, mirabile esempio ai dipendenti, incurante di sé stesso provvedeva a difenderla contro vari contrattacchi avversari, finché veniva nuovamente e mortalmente ferito. Nova Vas, 15 settembre 1916". Decorato con la Medaglia di Bronzo al V. M.: "Alla testa del suo reparto, manteneva ad ogni costo una posizione fortemente battuta, e successivamente coadiuvato da altra truppa, sorprendeva ed occupava una trincea nemica. Monfalcone 15-16 maggio 1916". Encomio solenne: "Quale sottotenente del 50° Batt. Bersaglieri inviato per più volte a portare ordini e ad assumere notizie in luoghi intensamente battuti dal fuoco nemico, disimpegnò l'incarico con fermezza e coraggio. In un momento difficile, prese il comando di un plotone, rimasto privo del proprio ufficiale. Castelnuovo, 28 luglio 1915". Croce di Guerra – Med. Camp. Int.

Nato a Medicina il 9 dicembre 1887 dopo di avere frequentato le scuole elementari seguì un corso privato di studi presso il defunto Don Luigi Capellari il quale lo preparò per sostenere l'eseme di ammissione alla scuola militare di Modena. Superata brillantemente la prova, a 18 anni entrò nell'accademia ed a 21 ne uscì col grado di sottotenente. Assegnato al 6° Regg. Bersaglieri di stanza a Bologna seppe in breve accattivarsi la simpatia e la stima dei superiori per la nobiltà dei sentimenti e per la scrupolosa osservanza dei doveri che la divisa gl'imponeva. Era giovane di lineamenti marcati, dalla corporatura atletica, buono e generoso, affabile con tutti, pronto al sacrificio senza nulla pretendere. I colleghi avevano in lui l'amico leale e devoto: i soldati il camerata che condivideva ogni loro gioia o dolore. All'inizio del conflitto fu dei primi a partire, entusiasta e fiero della divisa che indossava, lieto di poter finalmente misurarsi contro il secolare nemico.
Assegnato al 50 Batt. M. M. Del 15° Regg. Bersaglieri sino dai primi fatti d'arme si distingue meritandosi l'encomio solenne per la condotta tenuta durante il combattimento del 28 luglio 1915 a Castello Nuovo di Sagrado. Raggiunto in breve il grado di tenente, in principio del 1916 ottiene l'avanzamento a capitano per meriti speciali. Col 15° Bersaglieri partecipa a tutte le azioni sul conteso Carso segnalandosi sempre per ardimento. (Redipuglia 31 luglio e 1, 2, 6 agosto 1915. Trincea delle Frasche 28 ottobre, 2 novembre 1915). Per il valore dimostrato nel fatto d'arme del 15 e 16 maggio 1916 a Monfalcone riceve una prima ricompensa al valore (Med. Di Bronzo). Ferito leggermente, appena guarito ritorna in linea rinunciando al riposo che gli era stato concesso. Colpito una seconda volta dal piombo nemico nell'azione a monte Sei Busi (8-9-10 agosto 1916) dopo una breve degenza in ospedali viene inviato in licenza di convalescenza. Da pochi giorni è presso la famiglia allorché gli giunge notizia di un'imminente nostra offensiva. Non valgono né i richiami né i consigli di quanti gli sono vicini, sebbene sofferente per le ferite non del tutto rimarginate non sa attendere lo scadere della licenza. L'ossessiona il pensiero dei suoi bersaglieri che egli ama fraternamente e coi quali ha condiviso per lunghi mesi i disagi e le sofferenze della trincea. Non può né deve non essere tra loro, ora che il rischio si fa maggiore. Saluta gli amici, abbraccia i famigliari (sarà per l'ultima volta) e ritorna sul Carso presago della sua imminente fine. Il reggimento è duramente provato nella furiosa mischia che imperversa da qualche giorno. Il Cap. Tanaglia, che in quest'azione ha il comando interinale di un Battaglione, riceve l'ordine di espugnare una munitissima posizione a ridosso della quota 208. Il compito è arduo ma i bersaglieri del Cap. Tanaglia non conoscono ostacoli: baionetta in canna, con alla testa il loro comandante si slanciano verso la meta e dopo violenti e sanguinosi corpo a corpo snidano il nemico e s'impossessano della trincea. Il Cap. Tanaglia sebbene ferito non vuole recarsi al posto di medicazione. Incurante del tiro avversario rimane vigile e sereno dando ordini per la immediata sistemazione difensiva della posizione: reprime un violento contrattacco nemico finché colpito a morte cade riverso nella trincea tenacemente conservata. Alla memoria venne decretata una seconda ricompensa al valore (med. D'Argento). La salma già pietosamente tumulata dai suoi soldati sul campo della gloria a Bonetti, riposa ora nel cimitero di Villafontana". (Testo tratto da 'In memoria dei medicinesi caduti per la patria 1915 - 1918', Medicina, Tipografia Luciano Luminasi, 1933).