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Stele Minganti

1947

Schede

In una delle sale originarie del monastero certosino poste al fianco dell'attuale Chiostro del 1500 è collocata un’alta stele, posta su di un basamento riccamente ornato in forma di altare. La parte inferiore del monumento rimanda al credo religioso attraverso citazioni della cultura paleocristiana ed altomedievale, mentre il bassorilievo superiore si configura come una scena di sorprendente modernità. Lo scultore bolognese ritrae, al centro ed a mezzo busto, Giuseppe Minganti che pone la mano sinistra su uno dei suoi macchinari, attorniato da una serie di altre attrezzature industriali. Ai lati dell’imprenditore sono ritratti cinque operai, in atteggiamento colloquiale tra loro. Romano Franchi è chiamato ad esaltare sia le imprese economiche sia il rapporto tra titolare e operai, aspetto quest’ultimo che l’artista rappresenterà anche per il tipografo Giuseppe Capi. In ambedue le memorie il titolare dell’azienda, sereno e sorridente, esprime quiete e paritario rapporto con i propri operai. Questi aspetti sono ulteriormente sottolineati dall’epigrafe, tanto che Minganti viene ricordato come di “mente eletta, cuore generoso, lavoratore instancabile. Geniale creatore di macchine, amico e maestro dei suoi operai, qui sereno riposa dopo una breve ma feconda vita”. Anche la moglie Gilberta Gabrielli viene ricordata, quale prima donna d’Italia Cavaliere del Lavoro.

Roberto Martorelli

Testo tratto da "La Ruota e l’Incudine la memoria dell’Industria Meccanica bolognese in Certosa", Minerva, 2016